Page 148 - Gomorra
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kalashnikov,  ed  è  impossibile  fare  una  statistica  dei  gruppi  irregolari,  paramilitari,
            guerriglieri che lo utilizzano.

                 Sono morti sotto il fuoco del kalashnikov Sadat nel 1981, il generale Dalla Chiesa
            nel 1982, Ceausescu nel 1989. Nel palazzo della Moneda, Salvador Allende fu trovato
            con in corpo proiettili di kalashnikov. E queste morti eccellenti sono il vero ufficio
            stampa storico del mitra. L'AK-47 è persino finito nella bandiera del Mozambico e in

            centinaia  di  simboli  di  gruppi  politici,  da  Al  Fatah  in  Palestina  all'MRTA  in  Perù.
            Quando compare in video, sulle montagne Osama Bin Laden lo usa come unico simbolo
            minaccioso.  Ha  accompagnato  ogni  ruolo:  quello  del  liberatore,  quello
            dell'oppressore,  del  guerrigliero  dell'esercito  regolare,  del  terrorista,  del  rapitore,
            della  testa  di  cuoio  che  scorta  i  presidenti.  Kalashnikov  ha  creato  un'arma

            efficientissima capace di crescere negli anni, un'arma che ha avuto diciotto varianti e
            ventidue nuovi modelli foggiati a partire dal progetto iniziale. È il vero simbolo del
            liberismo.  L'icona  assoluta.  Potrebbe  divenirne  l'emblema:  non  importa  chi  sei,  non
            importa che pensi, non importa da dove provieni, non importa che religione hai, non
            importa  contro  chi  e  a  favore  di  cosa,  basta  che  quello  che  fai  lo  fai  con  il  nostro
            prodotto. Con cinquanta milioni di dollari è possibile acquistare circa duecentomila
            mitra. Ossia, con cinquanta milioni di dollari è possibile creare un piccolo esercito.

            Tutto  ciò  che  distrugge  i  vincoli  politici  e  di  mediazione,  tutto  ciò  che  permette  un
            enorme  consumo  e  un  esponenziale  potere  diviene  vincente  sul  mercato;  e  Michail
            Kalashnikov,  con  la  sua  invenzione,  ha  permesso  a  tutti  i  gruppi  di  potere  e  di
            micropotere  di  avere  uno  strumento  militare.  Nessuno,  dopo  l'invenzione  del
            kalashnikov, può dire di essere stato sconfitto perché non poteva accedere alle armi.
            Ha svolto un'operazione d'eguaglianza: armi per tutti, massacri per ognuno. La battaglia

            non più territorio solo per eserciti. Su scala internazionale il kalashnikov ha fatto ciò
            che i clan secondiglianesi hanno fatto a livello locale, liberalizzando in maniera totale
            la  cocaina  e  permettendo  a  chiunque  di  diventare  narcotrafficante,  consumatore,
            venditore  al  dettaglio,  liberando  il  mercato  dalla  mera  mediazione  criminale  e
            gerarchica. Allo stesso modo il kalashnikov ha permesso di far divenire soldati tutti,
            anche  bambini  e  ragazzine  smilze;  e  ha  trasformato  in  generali  di  corpo  d'armata
            persone che non riuscirebbero a guidare un gregge di dieci pecore. Comprare mitra,

            sparare, consumare persone e cose, e tornare a comprare. Il resto è solo dettaglio. Il
            viso di Kalashnikov è sereno in ogni foto. Con la fronte spigolosa slava e gli occhi da
            mongolo che invecchiando divengono sempre più feritoie sottili. Dorme il sonno dei
            giusti.  Va  a  letto  magari  non  felice  ma  sereno,  le  pantofole  sotto  il  letto,  in  ordine;
            anche quando è serio ha le labbra tirate ad arco come il viso di Palla di Lardo in Full

            Metal Jacket. Sorridono le labbra, ma non il viso.
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