Page 140 - Gomorra
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Non so perché ma il bambino si intristì nell'espressione, lasciò cadere il pallone
per terra, riuscii a fermarlo con un piede prima che si perdesse irrimediabilmente tra la
folla.
Mi venne d'improvviso in mente l'odore mischiato di salsedine e polvere, di
cemento e spazzatura. Un odore umido. Mi ricordai di quando avevo dodici anni sulla
spiaggia di Pinetamare. Mio padre venne nella mia stanza, mi ero appena svegliato.
Forse di domenica: "Ti rendi conto che tuo cugino già sa sparare, e tu? Sei meno di
lui?".
Mi portò al Villaggio Coppola, sul litorale domizio. La spiaggia era una miniera
abbandonata di utensili divorati dalla salsedine e avvolti in croste di calce. Sarei stato
a scavare per giorni interi, trovando cazzuole, guanti, scarponi sfondati, zappe
spaccate, picconi sbeccati ma non venivo portato lì per giocare nella spazzatura. Mio
padre passeggiava cercando i bersagli, quelli che preferiva erano le bottiglie. Quelle
Peroni, le predilette. Mise le bottiglie sul tetto di una 127 bruciata, ce n'erano molti di
scheletri d'auto. Le spiagge di Pinetamare erano usate anche per raccogliere tutte le
macchine bruciate usate per rapine o agguati. La Beretta 92FS di mio padre me la
ricordo ancora. Era tutta graffiata, sembrava brizzolata, una vecchia signora pistola.
Tutti la conoscono come M9 non so perché. La sento sempre citare con questo nome:
"Ti metto un M9 tra gli occhi, devo cacciare 1' M9? Cavolo, mi devo prendere un M9".
Mio padre mi mise in mano la Beretta. La sentii pesantissima. Il calcio della pistola è
ruvido, sembra di carta vetrata, ti si appiccica nel palmo e quando ti sfili la pistola di
mano sembra quasi che ti graffi con i suoi microdenti. Mio padre mi indicava come
togliere la sicura, armare la pistola, stendere il braccio, chiudere l'occhio destro se il
bersaglio era a sinistra e puntare.
"Robbe', il braccio morbido ma tosto. Insomma tranquillo, ma non flaccido... usa le
due mani."
Prima di tirare il grilletto con tutta la forza dei due indici che si spingevano a
vicenda, chiudevo gli occhi, alzavo le spalle come se volessi tapparmi le orecchie con
le scapole. Il rumore degli spari ancora oggi mi dà un fastidio terribile. Devo avere
qualche problema ai timpani. Resto stordito per mezz'ora dopo uno sparo.
A Pinetamare i Coppola, famiglia di imprenditori molto potenti, costruì il più
grande agglomerato urbano abusivo d'Occidente. Ottocentosessantatremila metri
quadrati occupati col cemento, il Villaggio Coppola, appunto. Non fu chiesta