Page 124 - Gomorra
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corpo donna possono apparire come quelle cul-turiste dove ogni muscolo gonfiato le
rende maschili. Cosce a grappoli, pettorali che hanno ingollato i seni, bicipiti
ipertrofici, collo a tronco. Le guardaspalle che mi trovai davanti invece non avevano
niente della virago. Una bassina con sedere grosso e molle e una tintura nera eccessiva,
l'altra magra, esile, spigolosa. Mi colpì l'abbigliamento curatissimo, entrambe avevano
qualcosa che ricordava i colori della Smart, giallo fluorescente. Una aveva una
maglietta dello stesso colore dell'auto, mentre la donna al volante aveva la montatura
degli occhiali da sole gialla. Un giallo che non poteva essere stato scelto per caso, né
tantomeno indossato per una coincidenza. Era uno dei tocchi di professionalità. La
stessa tonalità di giallo della tuta da motociclista che Urna Thurman indossa in "Kill
Bill" di Quentin Tarantino, un film dove per la prima volta donne sono protagoniste
criminali di prim'ordine. Quel giallo della tuta che Urna Thurman indossa anche nel
manifesto del film, con la spada da samurai sguainata, e che ti rimane negli occhi e
forse anche sulle papille gustative. Un giallo così falso da diventare simbolo.
L'impresa vincente deve dare un'immagine vincente. Nulla viene lasciato al caso,
neanche il colore dell'auto e la divisa delle guardie del corpo. La Capone aveva dato
l'esempio dal momento che moltissime donne inserite a diverso titolo e livello nei clan
pretendono la scorta femminile, e ne curano l'armonia di stile e immagine.
Qualcosa però non stava andando per il verso giusto. Forse aveva invaso territori
non suoi, forse conservava segreti ricattatori: Immacolata Capone venne uccisa nel
marzo 2004 a Sant'Antimo, il paese del suo compagno. Era senza scorta. Non credeva
forse di correre un pericolo. L'esecuzione avvenne al centro del paese, i killer si
mossero a piedi. Immacolata Capone appena intuì di essere seguita iniziò a scappare,
la gente intorno credeva fosse stata scippata e stesse inseguendo i ladri, ma la borsa
l'aveva a tracolla. Correva tenendosi la borsa stretta al petto in un istinto che non
permette di lasciare, di far cascare per terra ciò che rende più complicata la corsa per
salvarsi la vita. Immacolata entrò in una polleria, ma non fece in tempo a rifugiarsi
dietro al bancone. La raggiunsero e posarono la canna della pistola dietro la nuca. Due
colpi secchi: il ritardo culturale, che evitava di toccare le donne, di cui aveva goduto
Anna Mazza, venne così colmato. Il cranio sfondato dai proiettili e la faccia riversa nel
sangue denso mostrarono il nuovo corso della politica militare dei clan. Nessuna
differenza tra uomo e donna. Nessun presunto codice d'onore. Ma il matriarcato dei
Moccia ha agito lentamente mantenendosi sempre pronto ai grandi affari, controllando
un territorio con investimenti oculati e mediazioni finanziare di prim'ordine,
egemonizzando l'acquisto di terreni, evitando faide e alleanze che avrebbero potuto
ingerire nelle imprese di famiglia.