Page 109 - Gomorra
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3) Gli scissionisti potranno servirsi dei propri canali per l'importazione della
droga senza più ricorrere obbligatoriamente alla mediazione dei Di Lauro.
4) Le vendette private sono separate dagli affari ossia gli affari sono più importanti
delle questioni personali. Se tra anni si verificherà una vendetta legata alla faida questa
non farà riaccendere le ostilità ma rimarrà sul piano privato.
Il boss dei boss secondiglianesi dev'essere tornato. L'hanno segnalato ovunque,
dalla Puglia al Canada. Per beccarlo, da mesi si muovono i servizi segreti. Lascia
tracce, Paolo Di Lauro, minuscole, invisibili, come il suo potere prima della faida.
Pare si sia fatto operare in una clinica marsigliese, la stessa che avrebbe ospitato il
boss di Cosa Nostra Bernardo Provenzano. È tornato per siglare la pace o per limitare
i danni. È qui, ormai si sente la sua presenza, l'aria è cambiata. H boss scomparso da
dieci anni, colui che in una telefonata di un affiliato "doveva tornare, anche a costo di
rischiare il carcere". Il boss fantasma, dal viso sconosciuto persino agli affiliati: "11
prego fammelo vedere, solo per un attimo, solo uno, lo guardo e poi me ne vado" aveva
chiesto un affiliato al boss Maurizio Prestieri.
Paolo Di Lauro lo beccano in via Canonico Stornaiuolo, il 16 settembre 2005.
Nascosto nella modesta casa di Fortunata Liguori, la donna di un affiliato di basso
rango. Una casa anonima come quella in cui trascorreva la latitanza suo figlio Cosimo.
Nella foresta di cemento è più facile mimetizzarsi, in case qualsiasi si vive senza facce
e senza rumore. Un'assenza più totale quella urbana, più anonima del nascondersi in una
botola o in un doppio fondo. Paolo Di Lauro era stato vicino all'arresto il giorno del
suo compleanno. La sfida massima era tornare a casa a mangiare con la famiglia,
mentre la polizia di mezza Europa lo inseguivano. Ma qualcuno lo avvertì in tempo.
Quando i carabinieri entrarono nella villa di famiglia trovarono la tavola apparecchiata
con il suo posto vuoto. Questa volta però i reparti speciali dei carabinieri, i ROS,
vanno a colpo sicuro. Quando entrano in casa, i carabinieri sono agitatis-simi. Sono le
quattro del mattino dopo un'intera notte di osservazione. Il boss però non reagisce, anzi
li calma.
"Entrate... io sono calmo... non ci sono problemi."
Venti volanti scortano l'auto in cui viene fatto salire, più quattro lepri, le
motociclette che anticipano il percorso, controllando che tutto sia tranquillo. Il corteo
fugge, il boss è sul blindato. I percorsi per trasportarlo in caserma potevano essere tre.
Attraversare via Capodimonte per poi sfrecciare lungo via Pessina e piazza Dante,
oppure bloccare ogni accesso al corso Secondigliano e imboccare la tangenziale per