Page 92 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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candidato alle elezioni europee nelle liste dell'Udeur di Clemente Mastella,
aveva raccolto, soltanto in Sicilia, 90.000 voti di preferenza personale su
poco più di 130.000 voti di lista, il triplo dei voti di Mastella nella
circoscrizione dell'Italia meridionale. Molti di quei voti sono il frutto della
sua attività di governo e dalla grande capacità di spesa che il suo
assessorato ha saputo dimostrare. Non a caso, in campagna elettorale, si
propone agli elettori con uno spot televisivo a base di olio, vino, arance,
pistacchi e mandorli in fiore.
Dal suo assessorato transitano centinaia di miliardi di contributi
comunitari, interventi per la siccità, fondi per le emergenze e le calamità
naturali, finanziamenti per combattere la desertificazione.
Molti dei circa tremila dipendenti dell'assessorato sono impegnati
direttamente nella sua macchina elettorale, una vera e propria macchina
da guerra.
Cuffaro non ci sta a far mettere all'indice la sua struttura e in
un'intervista al Giornale di Sicilia afferma: «Basta con queste
criminalizzazioni. È ora di finirla con queste accuse: pensare che il
mandante o l'esecutore possa essere uno di questo ufficio è pura follia.
Non dico che non esistono zone d'ombra, ma queste esistono in tutti i rami
dell'amministrazione. Tuttavia non si può offrire all'opinione pubblica
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l'immagine di una pubblica amministrazione in mano alla criminalità» .
È la tesi opposta a quella di quei sindacalisti della Cgil che, dal
momento dell'omicidio di Basile, denunciano il clima di intimidazione e
l'esistenza di una cosca mafiosa operante negli uffici regionali.
Nell'elenco fornito da Basile alla commissione Antimafia i nomi dei
dirigenti dell'assessorato sono venticinque.
Nove anni prima, il 9 maggio del 1990, un altro funzionario della
Regione, Giovanni Bonsignore, era stato ucciso con la stessa identica
tecnica.
Anche di lui si disse che era una persona perbene, che non accettava
condizionamenti né mediazioni con i politici, fino a entrare direttamente in
conflitto con l'assessore regionale alla Cooperazione da cui dipendeva, il
socialista Turi Lombardo, su una vicenda controversa, che negli anni avrà
anche risvolti giudiziari, come quella del Consorzio agroalimentare di
Catania.
Sullo scandalo collegato a questo Consorzio si sono svolti due processi,
uno per truffa e abuso d'ufficio e uno per corruzione, ma nessun teste o
collaboratore di giustizia ha mai parlato o detto di sapere qualcosa
dell'omicidio di Bonsignore e lo stesso assessore Lombardo, alla fine di una
lunga trafila giudiziaria, verrà prosciolto da ogni accusa.
In molti, sulla stampa e nelle sedi politiche, paragoneranno i due fatti,