Page 90 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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Dovrà intervenire il garante, Stefano Rodotà, con una presa di posizione
formale per sbloccare la situazione.
La cosa è paradossale. Come se la sentenza di un tribunale passata in
giudicato o un avviso di garanzia a un funzionario pubblico, di cui hanno già
scritto i giornali e parlato le televisioni, riguardasse un rapporto privato e
riservato tra l'amministrazione regionale e il diretto interessato e non,
invece, le esigenze di trasparenza e di legalità delle istituzioni e della
collettività.
Occorreranno dei mesi per avere l'elenco dei dipendenti finiti nelle
maglie dell'azione giudiziaria per reati di corruzione, abuso d'ufficio,
peculato: 137 assistenti, 56 dirigenti, 46 dirigenti superiori e 8 dei 24
direttori generali, il vero gotha della burocrazia regionale.
In Sicilia non è in vigore la legge nazionale, cosi la Regione, per il
proprio personale colpito da vicende giudiziarie, si limita ad applicare la
sospensione dal servizio solo in caso di custodia cautelare, altrimenti i
provvedimenti scattano dopo che la condanna diventa definitiva.
Succede cosi che dirigenti regionali che hanno patteggiato la pena, di
fatto ammettendo il reato per fatti che riguardano scandali e ruberie ai
danni della Regione, come quello dei progetti di formazione professionale
finanziati dall'Unione europea, rimangano nel medesimo posto e continuino
a esercitare proprio quella funzione che li ha portati a commettere il reato
per il quale sono stati condannati.
In casi del genere, l'immagine che la Regione dà di sé e il messaggio
implicito che si trasmette all'esterno contribuiscono a estendere un senso
comune diffuso, secondo il quale in Sicilia tutto è possibile e tutto è
normale. È attraverso simili vicende e comportamenti che cresce anche il
senso di impotenza verso l'abbassamento della soglia di legalità e la
consapevolezza che determinate strutture del potere, in Sicilia, siano
diventate inamovibili e irriformabili, tanto che, per i cittadini che devono
rivolgersi alla pubblica amministrazione, è più utile percorrere le strade del
favore, dello scambio politico o persino della corruzione, piuttosto che
quelle del diritto e della legalità.
Il killer della porta a fianco
In questo clima di ostilità e ostruzionismo nei confronti dell'iniziativa della
commissione Antimafia, si distingue un solo funzionario, dirigente
dell'assessorato all'Agricoltura, che, in meno di venti giorni, invia alla
commissione una scheda di dodici pagine con l'elenco dettagliato e
completo dei dirigenti e dei dipendenti dell'assessorato «sottoposti a