Page 86 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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dei deputati all'Assemblea regionale -, la burocrazia ha rappresentato uno
          dei punti inamovibili del potere, in grado di assicurare certezza e continuità
          nella gestione degli affari e nel governo dei flussi di denaro pubblico. Una
          sorta  di  tessuto  connettivo  del  sistema  finalizzato  alla  propria

          rigenerazione e alla propria espansione.
              Questa  macchina  burocratica,  con  la  forza  accumulata  negli  anni,  ha
          ottenuto  anche  gli  strumenti  per  la  sua  autotutela  e  ha  pattuito  per  sé
          condizioni economiche, finanziarie e contrattuali che, fino al livellamento

          con  la  riforma  nazionale  della  pubblica  amministrazione  approvata  nel
          2000,  rappresentavano,  e  per  alcuni  versi  continuano  a  rappresentare,
          un'anomalia nell'intero paese.
              I  dipendenti  regionali,  attraverso  un  contratto  modellato  sui  loro

          interessi e patteggiato con governi regionali accondiscendenti - e spesso
          anche  condizionati  -  hanno  conquistato  un  sistema  di  privilegi  unico  in
          Italia.
              Soltanto in Sicilia, un dipendente della Regione, per lo stesso lavoro,

          con  la  stessa  qualifica,  nella  stessa  mansione  di  un  impiegato  statale
          dell'ufficio palermitano di un ministero, gode di un altro contratto di lavoro,
          di un'altra condizione salariale, di un altro regime per gli straordinari, di un
          altro sistema pensionistico.

              Tutti  e  due  sono  dipendenti  della  pubblica  amministrazione,  ma  dei
          due, solo uno ottiene i favori di una autonomia speciale che doveva servire
          all'autogoverno  delle  risorse  ed  è  finita  nel  produrre  il  loro  sperpero,
          costretta  a  tutelare  e  alimentare  un  blocco  di  interessi  corporativi  e

          parassitari funzionali alla loro stessa riproduzione e a cementare il patto
          tra burocrazia e potere politico dominante.
              È  persino  difficile  districarsi  nel  labirinto  degli  inquadramenti
          contrattuali del personale regionale.

              Per  ogni  categoria  l'Assemblea  regionale  ha  approvato  una  apposita
          legge o «leggina», come si dice nell'isola, in riferimento a una norma che
          riguarda un interesse specifico o una particolare categoria: una «leggina»
          per  il  personale  in  transito  dall'Ente  minerario  alla  Regione,  una  per  i

          lavoratori delle cantine sociali, una per quelli dell'Ente acquedotti, una per i
          pensionati dell'Italkali, una per gli ex lavoratori della Gepi e cosi via.
              E ancora leggine per determinare salti di qualifica e di livello all'interno
          degli uffici, per l'interpretazione di un aspetto del contratto, per passaggi di

          ruolo dallo Stato alla Regione.
              Per  ognuna  di  queste  leggi,  si  sviluppano  estenuanti  trattative  tra  i
          sindacati, i gruppi parlamentari, i vertici burocratici.
              Annualmente,  quando  si  affronta  il  bilancio  della  Regione,  i  corridoi

          dell'Assemblea  regionale  sono  invasi  da  delegazioni  di  questi  lavoratori,
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