Page 82 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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Bloccata questa esperienza, si è riproposta la centralità democristiana
come perno degli equilibri politici e degli assetti del potere, ma la Dc, per
riconquistare la sua egemonia nella sfera della politica come nella società,
aveva bisogno di risorse finanziarie e di avere mano libera nella gestione
dei meccanismi clientelari.
È iniziata cosi la spropositata moltiplicazione della spesa pubblica
contrattata con i governi nazionali.
Di questa espansione della spesa, in Sicilia, hanno goduto tutti i settori
sociali: da quelli realmente bisognosi al sistema delle imprese, che da
sempre, pur in nome del libero mercato, vive di soldi e finanziamenti
pubblici, al punto di esserne diventato quasi completamente dipendente.
Modello sovietico
Non si capirebbe a pieno la natura elefantiaca degli apparati regionali e la
pervasività della Regione in tutti i gangli della struttura sociale, senza
tener conto dell'altra funzione, quella imprenditoriale, assunta in proprio
dalla Regione stessa.
Dal 7 marzo del 1967, data di approvazione della legge regionale
istitutiva dell'Ente siciliano per la promozione industriale (Espi), per oltre
tre decenni la Regione ha prodotto in proprio di tutto.
La nascita dell'Espi, che raccoglieva l'eredità industriale della vecchia
Società finanziaria siciliana (Sofis), doveva concretizzare un'idea di politica
industriale che fondava le sue ragioni in un progetto di autogoverno delle
risorse che, attraverso l'applicazione dello statuto autonomistico, avrebbe
dovuto tendere ogni sforzo alla realizzazione di un modello di sviluppo
autocentrato. Anche se, proprio sul finire degli anni '60 in Sicilia si sviluppa
un dibattito sulla crisi dell'autonomia siciliana stimolato dal vecchio Pci, al
punto che, a conclusione di un convegno tenuto a Palermo, Pietro Ingrao,
allora componente della direzione nazionale del partito, parla di fallimento
dello statuto autonomista, nonostante fosse da sempre un convinto
sostenitore della linea autonomista del Pci siciliano, persino nella fase
dell'esperienza del governo Milazzo. Forse proprio per questo, come
reazione alla crisi dell'autonomismo e alle critiche della sinistra, le classi
dirigenti a direzione democristiana trovarono la risposta nella
riorganizzazione della struttura economico imprenditoriale della Regione,
traducendo in versione siciliana la politica di intervento e programmazione
pubblica avviata dai governi di centrosinistra a livello nazionale.
In realtà, nel tempo, l'Espi, assieme all'Ente minerario siciliano (Ems) e
all'Azienda asfalti siciliana (Azasi), tutti nati e vissuti con finanziamenti