Page 78 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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e a tenere uniti, in un quadro compatibile di convivenza, gli interessi dei
due leader.
Rafforzatosi ulteriormente con l'elezione a sindaco, diventato punto di
riferimento politico del centrodestra nel suo collegio elettorale, che da
Corleone arriva fino a Termini Imerese, con un'area sociale oltre che
territoriale di importanza strategica per l'intera Sicilia, Ciccio Nicolosi
comincia a scalpitare e a mettere in discussione la supremazia di
Pellegrino.
Non si tratta di dissidi ideologici, ma del controllo di consiglieri
comunali, assessori, nomine di sottogoverno da distribuire grazie alla
collocazione del nuovo partito nello schieramento di centrodestra che
governa comuni, province e regione.
In un partito come Nuova Sicilia, la cui identità è rappresentata
prevalentemente dalla sua capacità di presa clientelare, gli equilibri interni
si definiscono solo sul controllo dei suoi terminali clientelari e di consenso
sul territorio.
Del resto, alle elezioni regionali del 2001, la prima competizione
elettorale nella quale presenta il simbolo, Nuova Sicilia supera i 100.000
voti e ottiene tre deputati regionali. E un successo che va al di là di ogni
previsione. Ma due galli nello stesso pollaio sono troppi, cosi succede
quello che, pirandellianamente, solo in Sicilia può succedere.
Quando Pellegrino si trova nella bufera per i suoi rapporti con i mafiosi
di Monreale, Nicolosi non si fa scappare l'occasione per colpirlo e sottrargli
il controllo del partito.
Lui, Nicolosi, il sindaco di Corleone che ha nominato assessore il
difensore di Totò Riina, in nome della coerenza nella lotta contro la mafia,
chiede a Pellegrino di fare un passo indietro e di dimettersi da presidente
di Nuova Sicilia.
Lo scontro è pubblico, con interviste sulla stampa, come se non fosse
chiara all'opinione pubblica la natura di quel partito, le ragioni della sua
nascita, il personale politico che ha raccolto, la storia e i percorsi personali
dei due leader, i capi elettori che lo sostengono nelle diverse realtà della
Sicilia.
Alla fine, la lotta tra i due produce la scissione di Nuova Sicilia e la
nascita di Patto per la Sicilia, il nuovo partitino di Ciccio Nicolosi.
In qualunque altra realtà italiana il risultato di una scissione,
soprattutto di un piccolo partito nato da soli due anni, produrrebbe una
divisione dei quadri e un dimezzamento dei voti. In Sicilia, può addirittura
sembrare paradossale, alla prima prova dei due partiti ormai in
competizione - le elezioni provinciali del 2003 - i voti si sono moltiplicati
per tutte e due le formazioni politiche. Alcuni risultati sono addirittura