Page 75 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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ha  inviato  un  messaggio  inequivoco  in  una  realtà  come  Corleone,
          scegliendo i settori della società con cui tenere viva l'interlocuzione politica
          e  nello  stesso  tempo,  in  un  solo  giorno,  si  è  liberato  dall'imbarazzo  di
          doversi  difendere  quotidianamente  per  avere  nella  sua  giunta  l'avvocato

          dei Riina.
              Nicolosi  non  ha  sentito  alcun  impaccio  per  l'intera  vicenda.  Qualche
          giorno prima del voto, riferendosi ai figli di Riina, aveva anche dichiarato
          che per lui i figli dei boss mafiosi devono avere gli stessi diritti dei figli degli

          altri  cittadini.  Cosa  ovvia  in  qualunque  Stato  di  diritto,  obiettivamente
          strana se si avverte il bisogno di rimarcarla alla vigilia delle elezioni per
          eleggere il sindaco di Corleone. Come se a Corleone i figli di Riina fossero
          privi delle opportunità che hanno gli altri giovani e non fossero, al tempo

          stesso,  l'esempio  quotidiano  di  un  modo  d'essere  e  di  comportamenti
          arroganti, intimidatori e di sopruso.
              Oggi,  chi  frequenta  il  palazzo  municipale  di  Corleone  dice  che  sono
          ritornati a scorrazzarci coloro che da anni non si vedevano, un sottobosco

          di tecnici, imprenditori, faccendieri che si sentono di nuovo parte attiva del
          governo cittadino.
              Di certo i segnali politici che hanno ricevuto in questi mesi sono stati un
          invito al loro ritorno.




                                          Pantelleria, il sindaco e l'esattore



          Dove  invece  non  c'è  bisogno  di  particolari  inviti  per  occupare  il  comune,
          gestirlo e trasformarlo in una sorta di esattoria del crimine, è a Pantelleria.

              La  stupenda  «perla  nera»  del  Mediterraneo,  anche  se  più  vicina  alle
          coste tunisine che a quelle italiane, si trova in provincia di Trapani.
              L'isola è una miniera, il suo sviluppo turistico in costante crescita, le sue
          attività  economiche  fiorenti,  la  sua  agricoltura,  con  il  boom  del  settore

          vitivinicolo  e  la  conquista  dei  mercati  nazionali  del  suo  dolce  passito,  in
          costante crescita. Peccato che, di tanto in tanto, a rovinarne l'immagine ci
          pensino i barconi di disperati alla deriva, donne e uomini in fuga dalla fame
          e dalla guerra che giungono dalle coste libiche o tunisine. Ma ormai anche

          questo fa parte di una normalità di cui nessuno si indigna.
              Chi  governa  Pantelleria  gestisce  una  parte  non  secondaria  dell'intera
          ricchezza  del  territorio  di  Trapani.  La  cosa  non  può  sfuggire  a  Bartolo
          Pellegrino,  che  di  territorio  se  ne  intende,  e  decide  di  passare  alla  sua

          conquista politica.
              Il sindaco dell'isola, Alberto Di Marzo, un ex funzionario di banca con
          una passione per la politica e qualche problema di coerenza che lo ha fatto
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