Page 71 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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mozione parlamentare di sfiducia che ne chiedeva le dimissioni.
Ovviamente, il centrodestra e il presidente della Regione, Cuffaro,
hanno fatto quadrato a difesa della moralità dell'assessore e in un
significativo intervento, il presidente della commissione regionale
Antimafia, Carmelo Incardona, invece di esprimere, anche solo
formalmente, fiducia nell'operato della magistratura e dei carabinieri, si è
lanciato in accuse di giustizialismo e strumentalità politica nei confronti
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dell'inchiesta .
Dopo qualche mese, di fronte a nuove rivelazioni e a nuove notizie sui
suoi rapporti pericolosi, e sotto le pressioni sotterranee di un centrodestra
impacciato ed esposto alle critiche dell'opinione pubblica, Pellegrino si
dimetterà, ma otterrà dal presidente della Regione Cuffaro il diritto a
esprimere lui stesso il nuovo assessore. Unico caso in cui, dopo una simile
vicenda e di tale gravità, l'assessore concorda le proprie dimissioni, ma fa
nominare, al suo posto, il suo capo di gabinetto, Mario Parlavecchio. Come
a dire, l'assessorato al Territorio e all'ambiente è cosa nostra, di Nuova
Sicilia, e siamo noi, in qualunque situazione, a deciderne le sorti.
Pellegrino, di fatto, continua a decidere e incidere nelle scelte
dell'assessorato. Durante le campagne elettorali si presenta ai comizi
assieme al nuovo assessore; come presidente di Nuova Sicilia, continua a
dettare le linee della politica urbanistica dell'assessorato e come leader di
un partito della maggioranza continua a svolgere il suo ruolo di
condizionamento del governo e degli equilibri politici regionali.
Nuova Corleone
Nel 2000, all'atto di nascita di Nuova Sicilia, Pellegrino, per raccogliere
un'area di centro non identificabile esclusivamente con la sua origine laica
e socialista, ha bisogno di immettere un filone di provenienza cattolica e
democristiana nel nuovo soggetto politico. Nell'Assemblea regionale trova
un politico di lungo corso disponibile all'operazione. Ha tutte le
caratteristiche che servono a dare vita a una doppia leadership politica e a
fare proseliti in aree di provenienza politica, culturale e soprattutto di
potere diverse.
Si tratta di Nicolò Nicolosi, detto Ciccio, come fa scrivere sui suoi
manifesti elettorali.
Più volte assessore regionale, vicepresidente dell'Assemblea regionale,
consigliere comunale a Palermo, Nicolosi è una macchina da voti: 60.829
preferenze personali nelle liste della Dc nel 1986, 67.967 sempre nella Dc
nel 1991. Quando il suo partito scompare, Nicolosi non sceglie nessuno dei