Page 88 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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Cisl e Uil e avvia una normalizzazione interna che porterà alle dimissioni
          dell'intero direttivo del sindacato dei lavoratori regionali.
              Dimessosi Vullo, dopo qualche settimana, la Cgil firma il contratto.




                                              Deputati «sbrigapratiche»



          In questa palude di interessi la politica ha bisogno di sentirsi garantita e
          tutelata: i progetti di finanziamento devono andare in porto, i vincoli delle
          leggi e la loro gestione devono essere elastici e rispondere alle esigenze

          del  sistema  complessivo,  agli  interessi  elettorali  degli  assessori  di  turno
          come  a  quelli  dei  deputati  regionali  che,  indipendentemente  dalla  loro
          collocazione politica di governo o di opposizione, nel portare avanti il loro
          mandato hanno come attività fondamentale quella di «sbrigapratiche» tra i

          vari assessorati e uffici dell'amministrazione regionale.
              Intendiamoci,  è  un  meccanismo  normale  e  legittimo,  in  Sicilia  come
          ormai  altrove,  seppure  in  maniera  più  ridotta,  ed  è  una  delle  forme
          attraverso le quali si esplica il mandato parlamentare e si cura il proprio

          collegio  elettorale.  Ma  è  anche  uno  degli  elementi  degenerativi  del
          rapporto tra i cittadini la politica e le istituzioni.
              Solo in una realtà nella quale la pratica del «favore» è diventata l'unica
          modalità  di  relazione  politica  tra  rappresentanti  e  rappresentati  si  può

          giungere  a  questa  mutazione  della  funzione  del  parlamentare.  E  questo
          sarebbe  impossibile  e  addirittura  inaccettabile,  se  non  riguardasse  un
          modo  d'essere  più  generale  della  società  siciliana,  la  sua  debole
          autonomia, il suo precario tessuto democratico, l'assenza di strumenti di

          autorganizzazione  dei  cittadini  e,  soprattutto,  una  condizione  sociale
          talmente degradata da trasformare i bisogni diffusi in elemento di scambio
          e ricatto.
              Chiunque abbia bisogno di un rapporto con la pubblica amministrazione,

          non si pone mai il problema di dove - a quale ufficio - debba rivolgersi, ma
          a chi - a quale «amico» o «amico dell'amico» - si debba rivolgere.
              Negli otto anni che ho trascorso sino a oggi tra i banchi dell'Assemblea
          regionale siciliana, non ho mai visto intervenire in Parlamento almeno la

          metà  dei  deputati.  Eppure,  sono  gli  stessi  deputati  che,  con  grande
          capacità  di  relazioni  personali  e  forti  macchine  clientelari  radicate  sul
          territorio, curano collegi elettorali da migliaia di voti di preferenza: molti di
          questi  voti  rappresentano  il  riconoscimento  e  il  ringraziamento  per  i

          progetti, i finanziamenti e il successo di tutte quelle pratiche sollecitate,
          incoraggiate,  spinte  e  seguite  direttamente  da  loro  nei  meandri  della
          burocrazia regionale.
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