Page 64 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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Dal  1993  al  1996  è  assessore  al  Bilancio  e  ha  anche  l'incarico  di
          «sostituire  il  presidente  della  Regione  in  caso  di  assenza  o  di
          impedimento»,  di  fatto  è  il  vicepresidente  socialista  di  un  governo
          regionale a guida democristiana.

              Quando il Psi scompare sotto i colpi di Tangentopoli e delle inchieste
          della magistratura, Pellegrino non si perderà d'animo. Nella sua provincia
          dispone  di  un  grande  bacino  elettorale  clientelare,  alimentato  anche
          attraverso  la  funzione  di  assessore  esercitata  per  anni  in  diversi  governi

          regionali.  Alle  elezioni  regionali  del  1996  presenta  una  propria  lista
          personale  -  l'Associazione  culturale  «I  Riformisti»  -  e  con  13.338  voti  e
          4.967 preferenze personali (in calo sulle precedenti elezioni solo per effetto
          della  nuova  legge  che  ha  istituito  la  preferenza  unica)  viene  rieletto

          deputato.
              Passa  qualche  mese  e  aderisce  al  gruppo  parlamentare  di
          Rinnovamento  italiano,  partito  del  quale  diventa  anche  segretario
          regionale  e  plenipotenziario  del  ministro  degli  Esteri  Lamberto  Dini  in

          Sicilia. Acquista cosi un ruolo sempre più centrale negli equilibri politici e
          parlamentari, anche per effetto dei numeri ballerini delle maggioranze che
          si determinano in seno all'Assemblea regionale siciliana.
              Dopo  lunghe  trattative  tra  Palermo  e  Roma,  suggellate  da  una  cena

          finale in casa Berlusconi, approda alla Casa delle libertà e diventa, ancora
          una volta, assessore regionale in rappresentanza del suo neopartito, Nuova
          Sicilia, del quale, ovviamente, è presidente.
              Non chiede un assessorato qualsiasi e neanche uno di quelli ricchi, pieni

          di soldi da distribuire, come gli assessorati alla Sanità o all'Agricoltura o
          alla Cooperazione, vere e proprie macchine clientelari produttrici di voti e
          consenso.
              Vuole  e  ottiene  l'assessorato  al  Territorio  e  all'ambiente,  il  punto  più

          delicato e più esposto di tutta l'amministrazione pubblica in Sicilia.




                                                        Abusivi


          La  Regione,  grazie  alle  prerogative  dello  statuto  autonomista,  ha  poteri

          assoluti  in  materia  di  urbanistica,  ambiente,  aree  protette,  gestione  del
          territorio. E proprio sulle scelte riguardanti il territorio, in Sicilia, la politica
          e i governi, da quello della Regione a quello del più piccolo comune, hanno
          dato  il  peggio  che  si  potesse  dare,  favorendo  speculazioni  selvagge  e

          degrado urbanistico nelle città, saccheggio del territorio e cementificazione
          lungo le coste, abusivismo e assenza di regole nei comuni medi e piccoli.
              Naturalmente tutto è successo senza che nessuno si accorgesse mai di
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