Page 62 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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sull'elettorato moderato. A pochi mesi dalla nascita del governo, arriva il
          primo terremoto politico.
              L'assessore  all'Industria  Giuseppe  Castiglione,  viene  arrestato  con
          l'accusa di turbativa d'asta e concorso esterno in associazione mafiosa. La

          vicenda  riguarda  un  appalto  per  la  ristrutturazione  dell'ospedale  San
          Giovanni di Dio di Catania. Dopo un lungo processo, durato fino al 2003,
          Castiglione  è  prosciolto  dall'accusa  di  concorso  esterno  in  associazione
          mafiosa ma è condannato, con il patteggiamento della pena, per tentata

          turbativa d'asta. Tentata turbativa che, comunque, Castiglione cercava di
          realizzare  con  imprenditori  che  la  sentenza  del  Tribunale  di  Catania
          considera al servizio delle cosche mafiose catanesi.
              Al momento del suo arresto, il governo si trova senza maggioranza e

          con  la  richiesta  dei  Ds  a  Rifondazione  comunista  di  far  parte  della
          maggioranza. Lo scontro politico con i settori centristi diventa esplicito. Da
          una  parte  Rifondazione  comunista  pone,  come  condizione  del  suo
          appoggio, l'uscita di Castiglione dal governo e dalla maggioranza e chiede

          una legge urbanistica che fermi ogni ipotesi di sanatoria edilizia, il blocco
          del  processo  di  privatizzazione  dell'acqua  e  dei  trasporti,  una  legge
          anticorruzione  per  la  burocrazia,  un  chiaro  no  alla  costruzione  del  ponte
          sullo Stretto di Messina.

              Dall'altra,  i  settori  centristi  e  gli  ex  democristiani  protagonisti  del
          ribaltone  pongono  come  prioritaria  la  sanatoria  edilizia,  a  partire  dalle
          costruzioni abusive realizzate entro i 150 metri dal mare, il sostegno della
          Regione alla costruzione del ponte sullo Stretto, misure a sostegno della

          famiglia, la parificazione scolastica e il sostegno alle scuole cattoliche.
              Della  cacciata  di  Castiglione  dal  governo  gli  ex  democristiani  non
          vogliono neanche sentirne parlare: per loro è una richiesta dettata da una
          cultura giustizialista ed essendo molti di loro esposti sul fronte giudiziario o

          già protagonisti di inchieste e processi da parte della magistratura, la cosa
          è indigeribile.
              Di fatto, si delineano due ipotesi alternative, ma anche due precise idee
          del governo e del blocco sociale di riferimento, del rapporto tra questione

          morale e sviluppo, della lotta alla mafia. Anche se, dopo un duro e lungo
          braccio  di  ferro  e  per  evitare  di  discutere  una  mozione  di  sfiducia
          presentata da Rifondazione comunista, Castiglione si dimetterà e aderirà a
          Forza Italia e alla fine di una lunga trattativa programmatica Rifondazione

          consentirà,  con  i  suoi  voti,  al  diessino  Capodicasa  di  formare  un  nuovo
          governo, pur rifiutando di farne direttamente parte con propri assessori.
              La  convivenza  politica  nella  stessa  maggioranza  tra  Rifondazione
          comunista e i centristi durerà solo pochi mesi e il governo sarà costretto

          alle dimissioni.
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