Page 65 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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niente, come per i palazzi liberty che sparivano nella notte nel cuore della
Palermo governata da Lima e Ciancimino, per favorire la costruzione, al
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loro posto, di orribili palazzoni da parte delle imprese della mafia .
E nessuno ha mai visto sorgere le ville e le case ai piedi dei templi di
Agrigento o gli alberghi, come palafitte sull'acqua, lungo la costa e le ville
sugli scogli. Sembra quasi che migliaia e migliaia di costruzioni abusive e di
metri cubi di cemento siano stati depositati da una mareggiata notturna e
non, invece, realizzati in giorni e giorni di lavoro, sotto gli occhi ciechi di
sindaci, amministratori, vigili urbani, tecnici comunali, carabinieri.
Gran parte di questa enorme quantità di cemento è di proprietà della
mafia. È un fatto noto a tutti e anche per questo nessuno fa niente. Le
poche volte che succede il contrario, come per la demolizione delle case
abusive sulla spiaggia di Carini, lungo la costa tra Palermo e l'aeroporto di
Punta Raisi, il sindaco, Nino Mannino, viene cacciato alle prime elezioni per
il rinnovo del consiglio e dell'amministrazione comunale e, ovviamente,
della cosa non si scandalizza nessuno.
In Sicilia questo accade non perché chi è proprietario di una casa
abusiva sulla costa sia in numero maggiore di quanti non ce l'abbiano o di
coloro che, a causa di quelle case, non possono avere una spiaggia libera
dove andare al mare. Ma perché l'illegalità, materialmente e
culturalmente, fa parte di una normalità accettata, di un quieto vivere che
non va smosso e di un sistema sociale al cui centro c'è la forza della mafia,
delle sue mille facce, dei suoi interessi, della sua cultura radicata e diffusa.
Per questo in Sicilia le scelte che riguardano la gestione e il governo del
territorio sono determinanti.
Tutti i piani regolatori dei comuni passano dall'assessorato regionale al
Territorio e all'ambiente, come la gestione dei parchi, delle riserve e delle
aree protette, il monitoraggio dell'ambiente e dell'inquinamento marino e
atmosferico. L'assessorato decide anche di due questioni strategiche, due
vere e proprie emergenze sociali, come l'acqua e i rifiuti.
Un potere enorme, in una regione in cui la mafia ha come attività
principale il controllo e la gestione del ciclo del cemento e ha scelto
l'edilizia per investire e riciclare le sue ricchezze.
I rapporti tra mafia e politica si sono sempre saldati nella gestione del
territorio e dell'urbanistica come in quella dell'acqua e, negli ultimi anni,
dei rifiuti. Su questo basta leggere le relazioni parlamentari e i rapporti del
ministero dell'Interno sulle ecomafie.
Del resto, in una regione in cui l'iter per l'approvazione del piano
regolatore di un comune oscilla tra i cinque e i dieci anni -
indipendentemente dalla successiva volontà politica di rispettarlo e di
garantire la legalità - si può comprendere come nel vuoto di regole e di