Page 60 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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Servirà ancora indagare sulla natura del rapporto tra la politica e la
società in Sicilia e nel resto del Mezzogiorno, ma non è una cosa semplice
né ordinaria la nascita e la crescita di soggetti politici che, in uno o due
anni, raggiungono il 4-5% dei voti, soprattutto in una epoca storica
segnata da una forte crisi della politica e della sua particolare forma
organizzativa che, per un intero secolo, è stata rappresentata dai partiti di
massa.
Anche in questo caso siamo di fronte a un intreccio di processi reali, sia
nella sfera sociale che in quella politico-istituzionale.
Nuova Sicilia
La nascita di Nuova Sicilia, il movimento fondato da due vecchi personaggi
della politica siciliana, uno ex socialista, Bartolo Pellegrino, e l'altro ex
democristiano, Nicolò Nicolosi, ne è la dimostrazione più eclatante.
Le storie personali dei due fondatori e la loro evoluzione rappresentano
un percorso politico e un itinerario di potere e di relazioni sociali senza i
quali non si potrebbe spiegare l'origine e la crescita del fenomeno stesso.
Anche le vicende giudiziarie che li hanno investiti e le scelte
conseguenti che hanno compiuto sono tasselli fondamentali di questo
stesso percorso.
Ovviamente tutto si intreccia con le continue scosse di assestamento di
un sistema politico che ha cambiato le regole elettorali ma non è ancora
riuscito a trovare un suo equilibrio.
Quando nel 1998, a livello nazionale Rifondazione comunista ritira la
fiducia al governo Prodi e, grazie all'Udeur di Cossiga e Mastella, nasce il
governo D'Alema, anche in Sicilia si apre una nuova stagione politica
destinata, però, a finire prima dell'esperienza nazionale.
Dal 1996, in poco più di due anni di legislatura, il centrodestra,
nonostante avesse una maggioranza schiacciante di parlamentari, aveva
già dato vita a tre diversi governi e all'Assemblea regionale siciliana si
viveva in uno stato di crisi permanente, con un mercato dei deputati e dei
potenziali assessori regionali che era esso stesso motivo di fibrillazioni e di
incertezza del quadro politico.
Il primo presidente della Regione espressione di Forza Italia, Giuseppe
Provenzano, già al momento della nascita del suo governo, era stato
investito dalla questione morale per le sue vicende giudiziarie e i suoi
rapporti con esponenti mafiosi del rango di Bernardo Provenzano e Michele
Greco.
Il presidente che ne prese il posto, Peppe Drago, un deputato ragusano