Page 63 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
P. 63
Pellegrino, il cemento del potere
Nel sostegno alla proposta di sanatoria dell'abusivismo edilizio si distingue
Bartolo Pellegrino, un deputato di lungo corso, più volte eletto nelle liste
del Psi in provincia di Trapani, passato poi a Rinnovamento italiano, da lui
trasformato in Rinnovamento siciliano, dopo il diniego dell'allora leader
nazionale e ministro degli Esteri, Lamberto Dini, a utilizzare il nome del suo
partito per riportare al governo il centrodestra in Sicilia.
Approdato dal centrosinistra al Polo, Pellegrino fonda Nuova Sicilia, il
partito fai-da-te creato su misura per se stesso e a sua immagine e
somiglianza. Cosi, quando a un anno dalla fine della legislatura, nel 2000,
Forza Italia vuole riconquistare il potere in Sicilia, sarà lui il regista e
l'artefice del lavorio politico che porterà al controribaltone.
Pellegrino ha sempre giocato su più tavoli: tratta con i Ds e con il
presidente della Regione Capodicasa il programma del suo secondo
governo e decide nomine di sottogoverno. Sostiene l'assessore all'Industria
Castiglione nella nomina di una nota docente universitaria, Alba Alessi,
come commissario liquidatore per lo scioglimento degli enti economici
regionali. La professoressa è cresciuta tra le donne comuniste ma è da
sempre legata alla scuola di giuristi palermitani guidati da Alfredo Galasso
e Savino Mazzamuto. Quest'ultimo nel 1997 è diventato componente del
Csm su proposta del ministro degli Esteri Dini e di Rinnovamento italiano.
Pochi giorni dopo la nomina, che ha bisogno di due sedute della giunta di
governo per superare le resistenze interne alla maggioranza, l'assessore
Castiglione viene arrestato. Contemporaneamente Pellegrino si incontra
all'hotel Excelsior di Palermo con il leader di Forza Italia in Sicilia,
Gianfranco Miccichè, per preparare il controribaltone e definire le modalità
della campagna acquisti dei deputati e degli assessori, necessaria per dare
vita al futuro governo di centrodestra.
Insomma, un esempio di coerenza e trasparenza politica.
La storia di Bartolo Pellegrino, della sua forza elettorale, del suo potere
di incidenza negli equilibri politici, è uno spaccato della mutazione della
politica in Sicilia e delle logiche di scambio che ormai la caratterizzano.
Entra per la prima volta nel parlamento siciliano nel 1991, eletto nella
seconda lista che il Psi presenta in provincia di Trapani per usufruire,
attraverso la presentazione di due diversi simboli, dei vantaggi del sistema
elettorale proporzionale che consente di utilizzare i voti di resto.
Su 26.580 voti di lista, quasi la metà, 11.015, sono suoi voti di
preferenza personali.