Page 43 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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l'arma si inceppa, dandogli il tempo di reagire al fuoco, sparando a sua
volta, e di lanciarsi in una corsa forsennata sulla spiaggia piena di bagnanti
gettandosi in acqua, fino a quando, casualmente, arriva una volante della
polizia che fa fuggire il commando.
Dopo l'agguato, il commissario Germanà lascia la Sicilia e non vi tornerà
più. Oggi ricopre importantissimi incarichi nelle strutture investigative
antimafia nazionali. Dell'inchiesta, invece, non si saprà più nulla, se non
per fatti e circostanze che di tanto in tanto raccontano i collaboratori di
giustizia che, come ha fatto il commissario in diversi processi nei quali è
stato chiamato a testimoniare, ne confermano la fondatezza.
Per quanto mi riguarda, invece, a conclusione di un lungo processo nel
quale sono stato assolto in primo grado dal Tribunale di Trapani e
condannato in secondo grado dalla Corte di appello di Palermo, ho avuto
confermata la condanna per diffamazione contro Giacomo D'Alí Staiti anche
dalla Cassazione. In una intervista avevo affermato, sbagliando, che
Giacomo D'Alí Staiti faceva parte di una nota loggia massonica trapanese
denominata circolo Scontrino.
Queste vicende fanno ormai parte di atti giudiziari, del sentire comune,
del detto e non detto di una città e di una provincia, quella di Trapani, che
ha sempre avuto una mafia forte e, per questo, capace di incidere anche
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negli equilibri interni a Cosa nostra nell'intera Sicilia .
La ragione di questa forza è la ricchezza economica di questa provincia,
che ha saputo investire sul turismo e sull'agricoltura, facendo da
battistrada a quello sviluppo del settore vitivinicolo che, negli ultimi anni,
ha trasformato il paesaggio agricolo e rurale siciliano e modernizzato
l'intera economia dell'isola. Ma a Trapani circola anche una grande massa
di capitali che ha continuo bisogno di uno sfogo e di un suo reinvestimento.
Parte di questa ricchezza è prodotta dalle attività illecite e da quelle
lecite gestite direttamente o indirettamente da Cosa nostra che, anche
attraverso la sua capacità d'impresa, continua a esercitare un forte
controllo del territorio e a tessere legami politici con esponenti delle
diverse istituzioni pubbliche e amministrative.
Dal 1995 la Banca Sicula non esiste più, ma un rappresentante della
famiglia D'Alí, Giacomo, docente universitario di fisica e collaboratore dello
scienziato Antonino Zichichi, continua per anni a far parte del consiglio di
amministrazione della Banca commerciale italiana che ha incorporato
l'istituto trapanese. Anche questo è il segno che a Trapani il loro potere
rimane enorme e intoccabile, infatti determina l'elezione di sindaci,
consiglieri comunali e provinciali, deputati all'Assemblea regionale siciliana.