Page 47 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
P. 47

Favara, l'esponente economico-finanziario del consesso, non è un mafioso
          con coppola e lupara, come del resto non lo è nessuno degli altri, ma una
          faccia nota, una persona pubblica, un uomo delle istituzioni.
              Si  tratta  di  Giuseppe  Nobile,  un  medico  analista  con  il  pallino  della

          politica, come scrivono a caldo i giornali.
              Nobile  era  stato  già  arrestato  due  anni  prima  nell'ambito  di
          un'operazione antimafia partita da un'inchiesta scaturita dall'uccisione di un
          bambino  di  dodici  anni,  Stefano  Pompeo,  assassinato  per  sbaglio
                                                                        29
          nell'ambito di una faida tra le cosche di Favara .
              Il medico, noto con il soprannome di «Nasca», venne poi prosciolto in
          istruttoria dal gip del Tribunale di Palermo, ma un collaboratore di giustizia

          storico  della  mafia  di  Agrigento,  Pasquale  Salemi,  aveva  affermato:
          «Giuseppe Nobile mi risulta essere uomo d'onore. Nobile è un analista, non
          è  uno  che  spara.  Ma  venne  inserito  nell'organizzazione  in  quanto  un
          dottore è sempre utile».
              Da semplice medico la scalata di Nobile nella mafia di Favara è stata

          rapida,  dovuta  anche  a  rapporti  di  parentela  con  i  capi  della  più  forte
          famiglia mafiosa del suo mandamento.
              Altrettanto rapida è stata la sua carriera politica: primo dei non eletti

          nella lista di Forza Italia per il Consiglio provinciale, il partito lo recupera
          subito,  nominando  assessore  il  consigliere  eletto  che  lo  precede.  Anzi,
          appena  entra  in  Consiglio  viene  eletto  presidente  della  Commissione
          provinciale per lo sviluppo economico e produttivo.
              Al  di  là  della  vicenda  dell'arresto  e  del  successivo  proscioglimento,  a

          Favara come ad Agrigento, tutti sapevano della «rispettabilità» del dottore
          Nobile, della sua forza e del suo peso nelle attività economiche e nei fatti
          amministrativi del comune.

              È davvero pensabile che gli unici a non sapere fossero i due veri capi di
          Forza Italia in provincia di Agrigento, oltre che giovani pupilli di Gianfranco
          Miccichè  e  Marcello  Dell'Utri?  Si  tratta  di  Michele  Cimino,  un  trentenne
          deputato  regionale,  dalle  elezioni  del  2001  quasi  inesistente  assessore
          regionale  alla  Cooperazione  e  al  commercio,  oltre  che  commissario  del

          partito nella sua provincia, e del più potente e intelligente Angelino Alfano,
          per cinque anni giovanissimo capogruppo azzurro all'Assemblea regionale
          siciliana,  dal  2001  deputato  nazionale,  addirittura  relatore  della  legge

          finanziaria dello Stato alla Camera dei deputati e da qualche anno nella
          cerchia ristretta di Silvio Berlusconi.
              Angelino Alfano, figlio di un ex sindaco democristiano di Agrigento, è
          uno dei giovani rampanti di Forza Italia, al punto che Marcello Dell'Utri l'ha
          voluto  come  rappresentante  della  sua  «area»  nell'esecutivo  nazionale  di

          Forza Italia, il governo ristretto del partito nazionale.
   42   43   44   45   46   47   48   49   50   51   52