Page 50 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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III. Folla al centro










                                                   Bianchi e azzurri


          Il  processo  di  transizione  tra  Prima  e  Seconda  Repubblica,  nonostante  il
          cambiamento  del  sistema  elettorale  da  proporzionale  a  maggioritario  e

          l'affermarsi anche nella società della logica del bipolarismo, non è riuscito a
          semplificare  le  forme  della  rappresentanza  politica  e  a  ridurre
          effettivamente  il  numero  dei  partiti.  Anzi,  soprattutto  nelle  realtà
          meridionali, il ritorno al sistema dei collegi uninominali per l'elezione della

          Camera dei deputati ha determinato la nascita di piccoli partiti, gruppi di
          pressione e lobby politiche tese a condizionare le scelte delle candidature e
          a influire, anche attraverso di esse, sugli assetti delle future classi dirigenti.
              Nuovi  notabilati,  spesso  espressione  di  interessi  corporativi  o  di

          rivendicazioni  campanilistiche,  si  sono  affiancati  ai  vecchi  e  tradizionali
          potentati  politici,  scontrandosi  o  accordandosi  di  volta  in  volta,  per
          ottenere candidature e rappresentanza, in ragione di un sistema elettorale
          come quello maggioritario nel quale vince chi ha un solo voto in più degli

          altri candidati.
              Questo potere di condizionamento e di ricatto si è imposto soprattutto
          nei settori di centro del sistema politico, nella convinzione che la conquista
          dell'elettorato moderato sia fondamentale per determinare la vittoria.

              Questa  visione,  che  potremmo  definire  come  frutto  di  un  processo  di
          americanizzazione della politica italiana, si è imposta nella cultura di tutti e
          due  gli  schieramenti,  di  centrodestra  e  di  centrosinistra,  diventandone,
          nella sua traduzione concreta, uno dei principali problemi.

              In  questo  quadro,  al  Sud  e  in  Sicilia,  la  questione  politica  prevalente
          continua a essere quella della rappresentanza politica - e delle sue forme
          organizzative - del grande bacino elettorale ex democristiano.
              Per tutta una fase, tra le prime elezioni con il nuovo sistema elettorale

          del  1994  e  la  seconda  vittoria  elettorale  di  Berlusconi  del  2001,  questa
          eredità è stata raccolta prevalentemente da Forza Italia. Le ragioni sono
          molteplici.
              Innanzitutto permane una sorta di sentimento anticomunista, radicato

          nell'elettorato  democristiano  più  conservatore  e  tradizionale  del
          Mezzogiorno, che affonda le sue radici in quella vecchia eredità agraria e
          contadina  e  nel  suo  legame  con  un  clero  che,  tranne  rari  casi,  al  Sud  è
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