Page 53 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
P. 53

Umberto Bossi.
              Cosi,  un  intero  blocco  sociale  che  per  decenni  ha  vissuto  di  spesa
          pubblica, incentivi statali, pensioni di invalidità fasulle, pubblico impiego,
          contributi  e  sostegni  per  calamità  naturali,  ammortizzatori  sociali

          trasformati in strumenti clientelari, si è garantito la propria continuità e ha
          ritrovato la propria rappresentanza istituzionale in quel ceto politico che da
          sempre  ha  gestito  il  sistema  e  imposto  scelte  di  governo  tese  alla  sua
          rigenerazione.

              Certo,  non  si  può  liquidare  la  storia  dell'intervento  straordinario  nel
          Mezzogiorno e l'idea della programmazione pubblica che lo ispirava, dalle
          elaborazioni  di  Pasquale  Saraceno  in  poi,  assimilandolo  alle  sue
          degenerazioni qui sommariamente elencate. Anzi, le degenerazioni hanno

          appannato  quanto  vi  era  di  positivo  nella  politica  e  nella  strategia
          dell'intervento straordinario stesso.
              Nell'ispirazione  originaria  di  un  intervento  dello  Stato  al  Sud  e  per  il
          Sud,  vi  era  un'idea  dello  sviluppo  economico  e  sociale  complessivo  del

          paese che considerava le potenzialità delle risorse meridionali e l'esigenza
          di non isolare il territorio meridionale dai processi di industrializzazione e
          modernizzazione in atto nel resto del territorio nazionale.
              Anzi, anche attraverso la nascita e il radicamento di una classe operaia

          da  insediare  con  la  creazione  di  poli  industriali  distribuiti  su  tutto  il
          territorio meridionale - da Gioia Tauro a Lamezia Terme, da Gela a Milazzo,
          da Augusta a Termini Imerese - si pensava alla costruzione di un tessuto
          sociale e produttivo come condizione della crescita di un parallelo tessuto

          democratico diffuso.
              Vi era quindi un'idea di modernizzazione tesa a far uscire il Sud dalla
          sua  tradizionale  condizione  di  arretratezza  e  determinare  un  diverso
          sviluppo sociale e civile oltre che economico del suo territorio e delle sue

          popolazioni.
              Si  pensava  di  porre  fine  cosi  a  quella  condizione  del  Sud  ridotto  a
          serbatoio di manodopera per i processi industriali che si affermavano nel
          Nord  dell'Italia  e  nel  resto  dell'Europa  e  che  faceva  del  territorio

          meridionale un deserto sociale, con le campagne abbandonate da contadini
          e braccianti per inseguire il sogno industriale del Nord e per l'esplosione di
          un  processo  di  urbanizzazione,  senza  progetto  e  senza  regole,  che
          spostava  il  proprio  baricentro  dalle  aree  interne  alle  coste  e  alle  città,

          tenendo assieme arretratezza e modernità ma senza creare uno sviluppo
          reale e una crescita sociale e civile collettiva.




                                                Sempre democristiani
   48   49   50   51   52   53   54   55   56   57   58