Page 40 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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alternati alla presidenza.
«Solo chi finora è vissuto lontano da Trapani, dalla Sicilia, e più in
generale da qualsiasi conoscenza, anche superficiale, delle cronache
finanziarie italiane può ignorare la rilevanza e il peso della famiglia D'Alí
nelle vicende economiche di questo paese», scrive Giacomo D'Alí,
professore di fisica e componente del consiglio di amministrazione della
Comit (Banca commerciale italiana), in una memoria depositata al
Tribunale di Trapani nel processo per diffamazione contro di me per una
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intervista rilasciata al Tg2 .
Dalle molte inchieste sviluppatesi negli ultimi vent'anni, Trapani
emerge come la provincia siciliana nella quale è più ramificata ed estesa
quella zona grigia del potere dove si incontrano gli uomini e gli interessi di
Cosa nostra con le attività dei servizi segreti, con settori deviati degli
apparati dello Stato, con una diffusa rete di logge massoniche e una forte
presenza della P2 di Licio Gelli.
È in questo territorio, tra le spiagge bianche di San Vito Lo Capo e la
riserva naturale di Monte Cofano, che ha sede uno dei centri di
addestramento militare di Gladio, la struttura filoatlantica illegale creata, in
piena guerra fredda, per fermare una possibile vittoria comunista e delle
sinistre in Italia.
Proprio sulla funzione di questa struttura e sulla sua attività, il senatore
Massimo Brutti, nei primi anni '90, scriverà un apposito documento allegato
alla relazione su mafia e politica della commissione parlamentare
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Antimafia presieduta da Luciano Violante .
Sempre in questa provincia muoiono sotto il piombo di Cosa nostra due
uomini, diversi tra loro, che indagavano su questi intrecci e sui traffici
internazionali di armi e di droga ad essi collegati.
All'una e trenta della notte tra il 25 e il 26 gennaio del 1983 muore Gian
Giacomo Ciaccio Montalto. Il magistrato, per dodici anni ha lavorato sui
legami tra la mafia e il potere, ha fatto incriminare tre sindaci e ha avviato
importanti inchieste sul riciclaggio del denaro mafioso, il cui canale,
afferma in una intervista a Tg2 Dossier poco prima di morire, «passa
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necessariamente attraverso le banche di cui Trapani è piena» .
Il 26 settembre del 1988, a pochi chilometri dalla città, tra Valderice e
Custonaci, il piombo della mafia uccide Mauro Rostagno, uno dei leader del
'68 che, dieci anni prima, ha scelto quella zona per realizzare la sua
comunità Saman per il recupero dei tossicodipendenti e del disagio sociale.
Ma è soprattutto la televisione che Rostagno ha creato a dare fastidio, con
inchieste e denunce impossibili da tollerare in una città abituata a essere
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una palude .