Page 30 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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politici. Con il nuovo sistema elettorale per l'elezione della Camera e del
          Senato,  la  Sicilia  ha  quasi  lo  stesso  numero  di  collegi  uninominali  della
          Lombardia  e  loro  hanno  un'eredità  politica  e  un  bagaglio  di  voti  da  far
          pesare nella trattativa per la nascita dei nuovi partiti e nella definizione dei

          loro gruppi dirigenti.
              Alle elezioni del 1991, nel pieno della sua crisi a livello nazionale, la Dc
          era ancora riuscita a eleggere 40 dei 90 deputati dell'Assemblea regionale
          siciliana e 15 deputati li aveva eletti il Psi. Molti di loro, oltre il 50%, tra il

          '91  e  il  '96,  anno  delle  nuove  elezioni  regionali,  finirà  nelle  maglie
          dell'azione  giudiziaria  per  reati  contro  la  pubblica  amministrazione,
          corruzione o per rapporti con le organizzazioni mafiose: 41 su 90 vengono
          raggiunti da avvisi di garanzia, 16 finiscono in carcere. Tra questi ultimi un

          ex presidente della Regione, 2 vicepresidenti dell'Assemblea regionale, 10
          ex assessori regionali e il capogruppo democristiano. La Dc e il Psi sono i
          partiti più colpiti con 22 deputati su 40 il primo e 11 su 15 il secondo. Nello
          stesso  periodo,  ai  deputati  regionali  vanno  aggiunti  34  tra  senatori  e

          deputati  nazionali,  anch'essi  «avvisati»  per  fatti  di  mafia  o  reati  di
          corruzione.
              Nel corso dei processi molte delle accuse cadranno e in diversi saranno
          assolti  o  prosciolti,  ma  molti  vedranno  confermate  le  prove  e  saranno

          condannati.
              Si  tratta  di  un  vero  e  proprio  terremoto  politico  e  istituzionale,  che
          porterà  diversi  parlamentari  al  ritiro  dalla  politica  o  all'abbandono
          dell'impegno diretto, ma spianerà la strada della carriera ad altri che, fino

          a quel momento, non erano andati oltre la militanza nelle seconde file dei
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          partiti di governo o del sistema di potere .
              Ogni  giorno,  tra  il  1994  e  il  1996,  sui  giornali  siciliani  si  legge  di

          trattative politiche, di nomine, di promesse di candidature per assicurare il
          passaggio  di  questo  o  quel  personaggio  politico  di  rango  dal  vecchio  al
          nuovo partito, si chiami Forza Italia, Ccd o Cdu.
              Saltano  anche  i  legami  di  affinità  politica  o  ideale  tra  i  partiti  di
          provenienza e i nuovi approdi, anche se questo in Sicilia non crea alcuna

          meraviglia  nell'opinione  pubblica,  essendo  (quella  del  cambio  della
          casacca) una pratica normale e diffusa.
              Anche tra i deputati regionali il passaggio da un gruppo parlamentare

          all'altro diventa una prassi quotidiana: così, mentre gli ex democristiani si
          ritrovano naturalmente ricollocati tra i nuovi partiti che fanno riferimento
          alla tradizione politica cattolica, nel Ccd - il Centro cristiano democratico di
          Pierferdinando Casini e Clemente Mastella - approdano anche deputati e
          dirigenti di origine laica, socialdemocratica o socialista, stessa cosa per il

          Cdu - i Cristiani democratici uniti di Rocco Buttiglione - e, ovviamente, per
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