Page 14 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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siciliana.



                                                   Il decennio breve


          Dopo  gli  attentati  Falcone  e  Borsellino,  l'arrivo  di  Giancarlo  Caselli  a
          Palermo, come procuratore della Repubblica, riaccende una speranza che

          sembrava  ormai  morta  con  l'uccisione  dei  due  magistrati  e  delle  loro
          scorte.
              Il nuovo procuratore si insedia il 15 gennaio del 1993, lo stesso giorno
          in  cui  i  carabinieri  del  Ros  arrestano  Totò  Riina,  il  capomafia  corleonese

          ideatore  e  protagonista  della  linea  stragista  e  dello  scontro  frontale  tra
          Cosa nostra e lo Stato.
              L'azione della procura, rilanciata dalla guida di un magistrato esperto,
          già impegnato con successo contro il terrorismo degli anni '70 e '80, trae

          nuovo vigore anche dal sostegno popolare che, nel primo anniversario delle
          stragi, porterà centinaia di migliaia di persone sotto il Palazzo di giustizia di
          Palermo per dire ai giudici di andare avanti. Giovani magistrati e colleghi
          più anziani lavorano notte e giorno sulle inchieste che riguardano le stragi

          e i rapporti tra Cosa nostra e il potere.
              Per la prima volta il Palazzo di giustizia e la gran parte della gente di
          Palermo sono in sintonia e sembra dimenticata l'amarezza del padre del
          pool antimafia di Palermo, Antonino Caponnetto, che l'anno precedente, di

          fronte alla bara di Paolo Borsellino, aveva affermato che ormai tutto era
          finito.
              Con  l'arresto  di  Totò  Riina  e  l'esplosione  del  fenomeno  del
          «pentitismo», si incrina anche l'immagine di invincibilità e impenetrabilità

          dell'organizzazione mafiosa che i corleonesi, manu militari, erano riusciti a
          costruire.
              Il  consenso  sociale,  che  da  sempre  accompagna  l'operato  dei  boss
          mafiosi, comincia a crollare nei quartieri di Palermo come nei comuni dove

          tradizionalmente è forte e radicata la presenza della mafia.
              È il fallimento della strategia militare e di scontro frontale con lo Stato
          imposta  a  Cosa  nostra  dalla  direzione  di  Riina  e  suo  cognato,  Leoluca
          Bagarella.

              Anche la politica è in movimento. Grazie alla legge sull'elezione diretta
          dei  sindaci,  approvata  dall'Assemblea  regionale  siciliana  il  26  agosto  del
          1992,  con  un  anno  di  anticipo  sulla  riforma  nazionale,  inizia  una  nuova
          stagione amministrativa in tutti i comuni della provincia di Palermo.

              Cresce  la  consapevolezza  che  per  sconfiggere  la  mafia,  assieme
          all'azione  giudiziaria  e  repressiva,  la  politica  deve  fare  la  sua  parte,
          ripartire dal territorio, riconquistarlo alla legalità.
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