Page 12 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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Stato, con lotte intestine che hanno attraversato il sistema di potere
democristiano fino alla frammentazione della sua eredità politica ed
elettorale.
Nei giorni seguenti, la storia della Dc e quella del Senatore vengono
riabilitate anche grazie a una ben orchestrata campagna politica e
mediatica. Anzi, sconfitto il furore «giustizialista», finalmente lo si può dire,
secondo molti di loro, quelle storie non erano e da quel momento in poi
non saranno più processabili.
Cosi vivono la sentenza ex presidenti del Consiglio, ex capi di Stato, ex
e attuali presidenti di Camera e Senato, ex uomini di governo e ministri in
carica e anche l'allora presidente della commissione parlamentare
antimafia, Ottaviano Del Turco.
Il 22 ottobre del 1999 diventa cosi uno spartiacque politico e storico,
come lo erano stati, sei anni prima, il rinvio a giudizio di Andreotti e l'inizio
del processo per i suoi rapporti con la mafia, con il tentativo di trasformare
in verità giudiziarie un senso comune e un giudizio politico e storico diffuso.
Questa volta, però, il segno è di tipo opposto.
Da quel giorno si sentono di nuovo legittimate tutte le componenti di
quelle classi dirigenti democristiane e non che, inabissatesi e appartatesi
dalla vita pubblica con l'inizio dei processi per mafia e Tangentopoli e con il
terremoto politico dei primi anni '90, riconquisteranno il centro della vita
politica e istituzionale negli anni successivi.
La Sicilia è il cuore di questo processo politico: mentre nei primi anni
'90 la crisi di un intero assetto politico-istituzionale porta alla rottura
dell'equilibrio con i poteri criminali, provocando la reazione violenta di Cosa
nostra, prima con l'omicidio dell'europarlamentare democristiano Salvo
Lima e poi con le stragi di Capaci e via D'Amelio, tra la fine degli anni '90 e
oggi si è andato ridefinendo tutto il sistema di relazioni tra la mafia e
settori del mondo politico-imprenditoriale, in un reciproco processo di
mutazione dell'una e dell'altro.
Possiamo affermare di trovarci alla conclusione di un ciclo e all'avvio di
una nuova fase dei rapporti tra le cosche e la politica e non, come afferma
la relazione di maggioranza della commissione parlamentare Antimafia del
2
2003, alla fine della storia dei rapporti tra mafia e politica .
Questa nuova fase sta già determinando un diverso assetto del potere
politico-mafioso.
La sentenza Andreotti, sul piano simbolico come su quello più
prettamente politico, determina una svolta che riguarda sia le forze
politiche e di potere dominanti, quelle più direttamente coinvolte in
rapporti organici o di collusione con la mafia o colpite dalle inchieste della
magistratura, che una parte non secondaria dello schieramento politico di