Page 9 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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Premessa







              Ci sono luoghi, facce, date che hanno segnato la storia dei rapporti tra
          la  mafia,  la  politica  e  le  istituzioni.  Si  chiamino  Portella  della  Ginestra,
          Ciaculli o Capaci, 19 luglio, 3 settembre o 6 gennaio: luoghi e date di stragi

          o  di  omicidi  eccellenti,  oppure,  come  il  22  ottobre  del  1999,  di  una
          sentenza, quella del processo contro Giulio Andreotti.
              Una  storia  complessa  vive  anche  di  questo,  definisce  un  suo
          simbolismo, costruisce un suo calendario. Per provare a cercarne le verità

          bisogna  districarsi  nella  contaminazione  tra  il  piano  politico  e  quello
          giudiziario,  cercando  di  fuoriuscire  da  quella  delega  alla  riscrittura  della
          storia che l'arretramento della politica dai suoi compiti, negli ultimi anni,
          spesso ha assegnato alla magistratura.

              Finita  la  stagione  dei  grandi  processi  per  corruzione,  quella  che  una
          parte della magistratura ha vissuto come una missione etica, è necessario
          ritornare a una lettura approfondita della realtà, per indagare sulle nuove
          collusioni politico-mafiose, sul sistema di interessi economici e finanziari,

          sul blocco sociale che si sta ricostruendo attorno alle classi dominanti e al
          personale politico della cosiddetta Seconda Repubblica.
              Negli  ultimi  anni,  i  processi  di  modernizzazione  della  struttura
          economico-sociale  che  hanno  investito  la  Sicilia  e  il  Mezzogiorno  e  ne

          hanno  trasformato  il  paesaggio  sociale,  assieme  alle  riforme  intervenute
          nel  sistema  politico,  hanno  impresso  una  forte  accelerazione  al
          cambiamento degli equilibri e degli assetti istituzionali, sia nel rapporto tra
          i  diversi  livelli  di  governo  -  Stato,  regioni,  enti  locali  -  che  in  quello  tra

          rappresentanti e rappresentati.
              Le riforme istituzionali, l'elezione diretta di sindaci e dei presidenti delle
          regioni, il sistema elettorale maggioritario con i collegi uninominali hanno
          già  modificato  le  relazioni  e  le  forme  tradizionali  dello  scambio  politico-

          mafioso.
              Non si possono leggere i cambiamenti intervenuti in Cosa nostra, la sua
          ri-politicizzazione  dopo  il  fallimento  della  linea  militarista  e  stragista  e  il
          suo nuovo salto di qualità imprenditoriale, prescindendo dal rapporto tra

          questi e i mutamenti nell'assetto politico e istituzionale, altrimenti si rischia
          di  sminuire  e  di  non  cogliere  pienamente  il  carattere  e  la  soggettività
          politica di un'organizzazione che, invece, proprio per questi suoi legami e
          questi suoi rapporti, è forte e unica nel panorama criminale mondiale.

              Ovviamente si tratta di provare a comporre un mosaico complesso di
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