Page 120 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
P. 120
tutti i meccanismi clientelari e di gestione della spesa pubblica e costruisce
una rete di potere al cui centro c'è la sua struttura politica e i suoi uomini.
Poco importa che diversi di loro abbiano avuto o abbiano problemi con la
giustizia e siano esposti alle critiche dell'opinione pubblica.
Fedelissimi del presidente sono due consiglieri provinciali, Nino D'Amico
e Giovanni Tomasino. I due hanno a che fare con il ricco mondo
dell'agricoltura siciliana, di cui Cuffaro per cinque anni, dal 1996 al 2001, è
stato ininterrottamente assessore regionale, nonostante che i governi
succedutisi, nello stesso periodo, siano stati ben cinque e con formule
politiche diverse, di centrodestra e di centrosinistra.
Tomasino nel 2000 è anche presidente del Patto territoriale agricolo del
Corleonese-Alto Belice, mentre D'Amico, nello stesso periodo, è presidente
del Consorzio di Bonifica 2 di Palermo ed è stato anche direttore
dell'Istituto zootecnico. D'Amico, nel 2001, è anche candidato alle elezioni
regionali e, pur non essendo eletto, ottiene un altissimo numero di
preferenze, 5713 voti personali.
Il boss pentito Nino Giuffrè, nel corso di un interrogatorio effettuato dal
pm Nino Di Matteo il 6 marzo del 2003, afferma che Bernardo Provenzano,
58
nella zona di Bagheria, diede ordine di votare per lui .
Quando il boss fa queste rivelazioni, i due consiglieri provinciali sono già
stati arrestati su ordinanza del gip del Tribunale di Palermo, Marcello Viola,
a conclusione di una indagine su una gara d'appalto truccata indetta dal
59
Consorzio di Bonifica 2 diretto da D'Amico .
Tomasino, oltre a essere consigliere provinciale, ha anche un ruolo
politico all'assessorato regionale all'Agricoltura, fa parte del gabinetto
dell'assessore Cuffaro e gestisce direttamente la rete di rapporti con il
mondo agricolo per conto dell'assessore.
Consigliere e assessore provinciale è anche un altro uomo del
presidente, Fabrizio Bignardelli, una persona dai modi gentili e di grande
disponibilità.
Però, secondo l'ordinanza dell'Ufficio del gip del Tribunale di Palermo
che, il 22 novembre del 2000, ne dispone gli arresti domiciliari, Bignardelli
per favorire la convenzione e il finanziamento di due cooperative sociali -
La provvidenza e Madre Teresa di Calcutta - avrebbe ricevuto non meno di
500 milioni di vecchie lire.
L'ordinanza parla di «spiccata attitudine a delinquere e di pervicacia nel
60
perseguire il disegno criminoso» .
Dal giorno in cui Cuffaro è diventato presidente della Regione, anche
Bignardelli si è trasferito a Palazzo d'Orleans, la sede del governo
regionale, e occupa l'anticamera del presidente: è il suo fidato ed efficiente
segretario particolare. E lui il filtro tra il presidente e il suo popolo e