Page 111 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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l'onorevole Borzacchelli per un'audizione.
              L'ex  maresciallo  ha  rilasciato  un'intervista  al  Corriere  della  sera  nella
          quale accusa Forza Italia di voler distruggere l'Udc, per favorire le cliniche
          private  della  cordata  azzurra  sponsorizzata  dall'assessore  Cittadini  e  dal

          coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè.
              Inviando messaggi ambigui, Borzacchelli afferma «non pensate che sia
          la  sinistra  che  vuole  fregare  Cuffaro.  Perché  è  chiaro  che  il  bersaglio
          dell'operazione è lui [...] io qualche nemico che mi ritrovo sapete dove sta?

          Tra i carabinieri. Come Cuffaro, che i suoi nemici ce li ha in casa, tra i suoi
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          alleati» .
              Borzacchelli,  nell'intervista,  da  un  lato  lega  i  suoi  destini  a  quelli  di

          Cuffaro e dall'altro dice che i vertici dell'Arma, che ha servito per decenni,
          lo hanno ormai mollato. Il perché sarà chiaro due mesi dopo. Il giorno del
          suo  arresto,  il  6  febbraio  del  2004,  anche  Cuffaro  riceve  un  avviso  di
          garanzia  per  favoreggiamento:  secondo  i  magistrati  sarebbe  lui  la  talpa
          che,  assieme  a  Borzacchelli,  avrebbe  comunicato  ad  Aiello  di  essere

          indagato.
              Utilizzando  le  notizie  apparse  sui  giornali  e  aiutato  da  un  amico
          giornalista  che  segue  quotidianamente  l'inchiesta  per  il  suo  giornale,  la

          mattina  dell'audizione  arrivo  in  commissione  Antimafia  con  28  domande
          scritte da rivolgere al collega, che ancora non è ufficialmente indagato. La
          carne al fuoco è tanta.
              Il  nome  di  Borzacchelli  è  già  emerso  nella  prima  inchiesta  che,
          nell'estate,  ha  coinvolto  Cuffaro,  ma  questa  volta  è  diverso:  l'ex

          maresciallo e Aiello sono amici, vivono a Bagheria, si frequentano nella vita
          di tutti i giorni, anche se dall'inchiesta emerge che l'amicizia non era cosi
          sincera  e  disinteressata.  Infatti,  da  anni,  il  maresciallo  chiedeva  favori

          all'imprenditore: case, assunzioni di amici e parenti, ricoveri per conoscenti
          e anche quote di partecipazione azionaria della clinica che, secondo il boss
          pentito Antonino Giuffrè, Aiello avrebbe realizzato con i miliardi di Bernardo
          Provenzano e di cui, ovviamente, il maresciallo-deputato non poteva non
          sapere.

              Del resto, anche il maresciallo Riolo, passato direttamente dal Ros dei
          carabinieri  al  servizio  di  Aiello,  fu  presentato  all'imprenditore  da
          Borzacchelli  che,  evidentemente,  voleva  rendere  Aiello  ulteriormente

          dipendente dai suoi rapporti e per questo sempre più ricattabile.
              C'è  anche  chi  ricorda  il  maresciallo  andare  in  giro  negli  uffici  degli
          assessorati regionali, nei primi anni '90, alla ricerca di notizie sulla sinistra
          e gli ex comunisti per fare i suoi dossier. E si dice che allora fosse spinto in
          questa  attività  dall'ex  assessore  regionale  democristiano  plurinquisito,

          Salvatore Sciangula, al quale era molto legato.
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