Page 105 - Amici come prima. Storie di mafia e politica
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dell'imprenditore di Bagheria.
              Il  15  gennaio  del  1993,  quando  i  carabinieri  del  Ros  arrestano  Totò
          Riina, nella tasca della giacca del capo della «cupola» di allora trovano un
          altro  «pizzino»  con  su  scritto:  «Altofonte:  vicino  cava  Buttitti.  Strada

          interpoderale. Ing. Aiello». In realtà Aiello era uno dei costruttori di fiducia
          dei corleonesi.
              Con  i  miliardi  che  piovono  in  cosi  breve  tempo  e  con  l'accordo  di
          Bernardo Provenzano, Aiello non si può più accontentare di dirigere solo la

          sua  Straedil  e  di  continuare  a  costruire  strade  interpoderali  con  qualche
          variante,  come  un  grosso  subappalto  per  la  costruzione  dell'autostrada
          Palermo-Messina. Deve investire i suoi soldi ormai diventati tanti. La sanità
          può rappresentare una buona occasione e portare buoni profitti.

              Comincia  con  l'acquisto  di  laboratori  di  analisi,  tra  i  quali  uno  che  si
          trova sull'orlo del fallimento, addirittura perde 100 milioni all'anno. In una
          logica di mercato non sarebbe un affare e non lo comprerebbe nessuno,
          ma  Aiello  lo  acquista  da  una  società  della  quale  è  azionista  Giacoma

          Chiarelli, moglie del presidente della Regione, Totò Cuffaro, che gestisce il
          laboratorio assieme a un altro medico fedelissimo del presidente, Mimmo
          Miceli, arrestato a giugno del 2003 per i suoi legami con il capomafia di
          Brancaccio, Giuseppe Guttadauro. Ma di questa storia parleremo in seguito.

              Per Aiello la svolta arriva con l'acquisto dell'hotel Zabara, a Bagheria,
          che lui trasforma in Villa Santa Teresa, un centro di eccellenza per la cura
          dei tumori.
              A  Bagheria  Aiello  ci  vive  e  ha  sempre  fatto  del  bene,  prima  facendo

          lavorare tanti giovani disoccupati nei cantieri edili disseminati per la Sicilia
          e poi con la sua clinica: dà lavoro a circa 600 persone. È stato anche il
          finanziatore e il presidente della locale squadra di calcio.
              È un vero benefattore e vuole continuare a essere considerato tale.

              La clinica è unica nel panorama sanitario nazionale, un vero e proprio
          polo di eccellenza, con la radiochirurgia stereotassica per la lotta ai tumori.
          Per realizzare questo tipo di terapie occorrono macchinari sofisticatissimi e,
          soprattutto, costosissimi. In Europa macchinari simili si contano sulla punta

          delle dita, uno di questi è a Bagheria.
              Mentre  dei  politici  siciliani  si  fida,  come  direttore  sanitario  della  sua
          clinica Aiello preferisce un pugliese, Nicola Silvestri. Lo porta direttamente
          dalla  Casa  Sollievo  della  Sofferenza,  l'ospedale  di  Padre  Pio  gestito  dal

          Vaticano  a  San  Giovanni  Rotondo,  dove  era  approdato  dopo  la  laurea
          all'Università Cattolica di Milano.
              Per  controbilanciare  un  direttore  sanitario  esterno,  serve  un  manager
          che conosca bene l'ambiente, soprattutto quello politico. Aiello si affida a

          un amico d'infanzia, Roberto Rotondo, da sempre appassionato di politica,
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