Page 971 - Shakespeare - Vol. 4
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STEFANO
Trinculo, tieni la lingua a posto, prova ad ammutinarti e il primo albero è tuo.
Il povero mostro è mio suddito e non deve subire indegnità.
CALIBAN
Rendo grazie al mio nobile sire. Vuoi compiacerti di prestare ancora una volta
orecchio alla supplica che ti ho rivolto?
STEFANO
Madonna, sì. In ginocchio e ripeti. Io starò qua in piedi, e Trinculo anca lui.
Entra Ariel invisibile.
CALIBAN
Come ti ho detto prima, io sono suddito di un tiranno, uno stregone che con i
suoi trucchi mi ha truffato l’isola.
ARIEL
Menti.
CALIBAN
Sei tu che menti, scimmia e pagliaccio.
Perché il valoroso mio padrone
Non ti ammazza? Io non mento.
STEFANO
Trinculo, se lo sfotti ancora mentre remena la sua storia, per questa mano ti
spianto qualche dente!
TRINCULO
Ma se non ho parlato.
STEFANO
Allora chiudi il becco e basta. Tu procedi.
CALIBAN
Dicevo: con la stregoneria