Page 956 - Shakespeare - Vol. 4
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TRINCULO   22

          Qui bolle un altro temporale e non c’è manco un cespuglio o una macchia per
          ripararmi. Sentilo come fa la serenata nel vento! E quella nuvolaccia nera,
          quella grossa, laggiù, sembra una damigiana fetente che si vuole svuotare

          sulla  terra.  Se  tuona  come  prima  dove  mi  nascondo?  Quella  nuvola
          maledetta, quella rovescia giù secchi interi. Gesù, e questo che è? Un uomo o
          un pesce? Defunto o vivente? È un pesce: puzza come un pesce − una puzza
          di  pesce  vecchissimo  −  una  specie  di  baccalà  andato  a  male  e  nemmeno
          tanto  fresco.  Proprio  uno  strano  pesce!  Se  lavoravo  ancora  in  Inghilterra  e

          avevo questo pesce sul cartellone, la domenica qualsiasi fesso pagherebbe
          uno scudo d’argento per vederlo. Laggiù questo mostro farebbe la fortuna di
          un uomo − laggiù magari non danno un soldo bucato a un povero zoppo, ma

          ne  cavano  dieci  per  vedere  un  indiano  morto.  Ma  questo  ha  le  gambe  da
          cristiano! E le pinne sembrano braccia! Sul mio onore, questo è caldo. Ah,
          vuol dire che devo cambiare opinione, quella di prima non vale più: questo
          non  è  un  pesce  ma  un  isolano  fulminato.  (Tuoni.)  Maria  Vergine,  ecco  di
          nuovo il temporale! Io mi ficco sotto la gabbana del mostro − altro riparo non

          ne vedo, qua intorno. Quando cadi in disgrazia, ti trovi dentro al letto una
          strana  compagnia!  Seppelliamoci  qua  sotto  finché  il  temporale  non  si  è
          scolato l’ultima goccia!


                             Entra Stefano cantando (con una bottiglia in mano).



              STEFANO   23
                               Non tornerò più sul mare,

                               Sul mare,
                               Morirò qui
                               Sulla riva.

          Questa è una canzone un po’ svergognata per un funerale! Ma consoliamoci
          col messale.
                                                                                                           Beve.
          Canta:
                               Il nostromo e il mozzo

                               Il rematore ed io,
                               Il cannoniere e il servente
                               Amavamo Mall e Meg

                               Margery e Marian
                               Ma nessuno amava Kate
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