Page 955 - Shakespeare - Vol. 4
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Scena II         EN


                                               (Un’altra parte dell’isola.)


                    Entra Caliban con un carico di legna. Si sente un rumore di tuono.



              CALIBAN
               Tutte le infezioni che il sole succhia
               Da paludi, da stagni, da pantani,

               Su Prospero cadano e lo riducano
               Pezzo per pezzo a una sola piaga!
               I suoi spiriti mi ascoltano

               Ma io debbo maledire.
               Loro non mi pungeranno
               Non mi spaventeranno con visioni
               Non mi getteranno nel fango
               Non mi faranno smarrire la strada

               Fiammeggiando nel buio
               Se non lo ordina lui.
               Ma basta un niente per scatenarmeli contro:

               Scimmie urlanti che mi fanno smorfie
               E mi mordono: porcospini
               A palla sul sentiero
               Pronti a scattare gli aghi
               Sotto i miei piedi nudi,

               Vipere che mi accerchiano
               Fischiando con lingue forcute
               E mi fanno impazzire.




                                                      Entra Trinculo.



               Eccolo, eccolo!
               Ecco uno dei suoi spiriti
               Che viene a tormentarmi

               Perché sono in ritardo con la legna.
               Mi stendo per terra −
               Forse non mi vedrà.
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