Page 907 - Shakespeare - Vol. 4
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Affidai il governo a mio fratello
               E mi estraniai dal mio ruolo,
               Trasportato, rapito in studi segreti.
               Tuo zio, falso... mi stai ascoltando?



              MIRANDA
               Con la massima attenzione, signore,




              PROSPERO
               Avendo perfettamente appreso
               Come concedere favori e come negarli,
               Chi promuovere, e chi punire
               Per eccesso di ambizione,

               Ricreò − si può dire − le creature
               Che erano state mie. O le sostituì,
               O ne formò di nuove. E, possedendo la chiave
               Sia del governo sia dei governanti,

               Accordò tutti i cuori dello stato
               Alla musica più gradita al suo orecchio.
               E così divenne l’edera
               Che nascondeva il mio tronco di Principe

               Succhiandone il vigore. Ma tu ascolti?



              MIRANDA
               Oh sì, buon signore!



              PROSPERO
               Allora ascolta bene. Io,
               Così trascurando ogni fine mondano,
               Consacratomi in solitudine

               Ad educare la mia mente,
               A studiare cose
               Al di là di ogni comprensione del volgo,
               Destai nel mio falso fratello

               Una natura malvagia.
               E la mia fiducia, come un buon genitore,
               Generò in lui una doppiezza contraria
               Grande quanto la mia fiducia stessa
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