Page 87 - Shakespeare - Vol. 4
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il soldato del tuo proponimento.



              LEONINO
                               Lo farò.
               Ma ella è una bella creatura.



              DIONISA
               A maggior ragione se l’abbiano gli dèi!
               Eccola che viene, piangendo la morte della sua nutrice.

               Sei deciso?



              LEONINO
                               Sono deciso.


                                        Entra Marina con un cestello di fiori.



              MARINA
               No, deruberò la dea Terra della sua veste
               per cospargere di fiori il tuo verde.          251  Quelli gialli,
               i blu, le purpuree viole e le calendole

               come un arazzo saranno stese sulla tua tomba
               finché durino i giorni dell’estate. Ahimè, povera fanciulla,
               nata in una tempesta mentre mia madre moriva,

               questo mondo è per me una bufera senza fine
               che mi strappa ai miei cari.



              DIONISA
               Allora, Marina? Perché te ne stai tutta sola?
               Come mai mia figlia non è con te?
               Non consumarti il sangue col dolore:

               abbi in me una nutrice. Signore! com’è cambiato
               il tuo aspetto per questa pena così vana!              252
               Vieni, dà a me i tuoi fiori, prima che il mare li sciupi              253
               passeggia con Leonino. L’aria è pungente laggiù,

               penetra    254   lo stomaco e affila l’appetito.
               Vieni, Leonino, prendile il braccio, passeggia con lei.



              MARINA
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