Page 81 - Shakespeare - Vol. 4
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le sue palpebre, custodie di quei celesti gioielli
               che Pericle ha perduto, cominciano a separare
               le loro frange di lucente oro. Diamanti
               della più pregiata acqua appaiono

               a fare ricco il mondo della loro doppia luce.             218
               Vivi, e facci piangere narrando il tuo destino,
               bella creatura, rara quale appari essere.
                                                       Ella si muove.



              TAISA

                               Oh, cara Diana!      219
               Dove sono? Dov’è il mio signore? Che mondo è questo?                        220



              SECONDO GENTILUOMO
               Non è strano tutto questo?



              PRIMO GENTILUOMO
                               Assolutamente raro.



              CERIMONE
               Zitti, miei cari vicini,
               datemi una mano. Portatela nella stanza accanto.

               Procurate delle lenzuola. Ora bisogna stare attenti,
               perché una ricaduta sarebbe mortale. Venite, venite;
               ed Esculapio ci guidi.
                                                                      La trasportano fuori. Escono tutti.




                                                    Scena III         EN


                  Entra Pericle, a Tarso, con Cleone e Dionisa [e Licorida con Marina in
                                                        braccio].



              PERICLE
               Onoratissimo Cleone, è necessario che io parta.

               I miei dodici mesi sono scaduti, e Tiro si trova
               in una litigiosa pace. Abbiate voi e la vostra signora
               tutta la gratitudine del mio cuore. Gli dèi
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