Page 727 - Shakespeare - Vol. 4
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TERZO GENTILUOMO
Ancora come una vecchia favola che ha sempre materia da recitare, anche
quando la credulità s’è addormentata e le orecchie non prestano più
attenzione. Fu fatto a pezzi da un orso: così testimonia il figlio del pastore, il
quale non ha solo la sua ingenuità, che si dimostra abbondante, a provarlo,
ma anche un fazzoletto suo e degli anelli che Paolina riconosce.
PRIMO GENTILUOMO
E che ne è stato del suo vascello e di quelli con lui?
TERZO GENTILUOMO
Naufragarono nel momento stesso della morte del loro padrone, e sotto gli
occhi del pastore: così che tutti gli agenti che concorsero all’abbandono
dell’infante si persero nel momento stesso in cui fu trovata. Ma, oh, quale
nobile battaglia tra gioia e dolore si combatté in Paolina! Con un occhio
guardava giù per la perdita del marito, con l’altro gioiva perché l’oracolo s’era
compiuto: sollevò la principessa da terra e tanto se la strinse tra le braccia
come se volesse appuntarsela sul cuore, perché non potesse mai più andare
perduta.
PRIMO GENTILUOMO
La nobiltà di questa scena era davvero degna di un pubblico di principi e di
re; poiché erano loro stessi a recitarla. 64
TERZO GENTILUOMO
Uno dei suoi tocchi più belli, e che buttò la lenza per agganciarmi gli occhi
(pescò solo acqua però, non pesci) fu, quando al racconto della morte della
regina (come ella vi giunse, fu coraggiosamente confessato e lamentato dal
re) la figlia rimase ferita nell’ascoltarlo; finché, passando da un’espressione di
dolore all’altra, uscì con un “Ahimè”, a, potrei dire, sanguinare lacrime,
perché sono sicuro che il mio cuore in quel momento piangeva sangue. Anche
chi era fatto di marmo, lì per lì cambiò colore; alcuni svennero, tutti erano
afflitti: se il mondo intero avesse potuto assistere a quella scena, il mortorio
sarebbe stato universale.
PRIMO GENTILUOMO
Son tornati a palazzo?