Page 722 - Shakespeare - Vol. 4
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LEONTE

                               Gli dei beati
               purghino l’aria nostra di ogni infezione mentre voi
               soggiornate qui! Avete un padre venerando,

               un gentiluomo pieno di virtù; contro la cui persona
               (sacra com’è) io ho peccato,
               per cui, i cieli (presane irata nota)
               mi hanno lasciato senza discendenza: vostro padre è benedetto
               (ben meritandolo dal cielo) d’avere voi,

               che siete degno della sua bontà. Oh, come avrei potuto essere,
               se avessi un figlio ed una figlia ora da contemplare,
               due belle creature come voi!


                                                      Entra un nobile.



              NOBILE
                               Nobilissimo signore,

               ciò che sto per riferire non sarebbe credibile
               se la prova non fosse così vicina. Compiacetevi, grande signore,
               Boemia in persona vi manda per me il suo saluto;

               chiede che voi arrestiate suo figlio, il quale −
               rifiutando insieme dignità e dovere −
               è fuggito da suo padre, dalla sua eredità, e insieme
               alla figlia di un pastore.



              LEONTE
                               Dov’è Boemia? Parlate.



              NOBILE
               Qui nella vostra città; l’ho lasciato adesso.

               Parlo confusamente, come conviene
               al mio stupore ed al mio messaggio. Mentre s’affrettava
               verso il palazzo − in caccia, sembra,

               di questa vaga coppia − s’imbatte per strada
               nel padre di questa sedicente signora e
               nel fratello, essendo entrambi partiti dal loro paese
               con questo giovane principe.
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