Page 707 - Shakespeare - Vol. 4
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mia professione.


                                          Entrano il Contadino e il Pastore.



          Mettiamoci  da  parte;  mettiamoci  da  parte;  ecco  altro  materiale  per  un
          cervello pepato: ogni culo di vicolo, ogni bottega, chiesa, assise, impiccagione
          all’uomo accorto offre occasione.



              CONTADINO

          Vedete, vedete; come siete ridotto! Non c’è altro da fare che dire al re che lei
          è una figlia di fata, e non carne e sangue vostri.



              PASTORE
          Ma no, ascoltami.



              CONTADINO
          Ma no, ascoltate me.



              PASTORE
          E allora, parla.



              CONTADINO
          Lei  non  essendo  vostra  carne  e  sangue,  la  vostra  carne  e  sangue  non  ha
          offeso il re; e così la vostra carne e sangue non ha da esser punita da lui.

          Fate  vedere  le  cose  che  avete  trovato  accanto  a  lei  (quelle  cose  segrete,
          tutte tranne quello che lei ha con sé): facendo così, la legge può andare a
          quel paese, ve lo garantisco.



              PASTORE
          Dirò tutto al re, ogni parola, già, e anche le bravate di suo figlio; che, posso

          dire, non s’è comportato da persona perbene, né verso suo padre né verso di
          me; pensa un po’ che stava per farmi diventare cognato del re.



              CONTADINO
          Davvero, cognato era il massimo che sareste potuto diventare per lui e allora
          il vostro sangue sarebbe stato più caro, so io di quanto all’oncia!
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