Page 696 - Shakespeare - Vol. 4
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dal suo castigo mortale. E tu, incantatrice, −
               ben degna di un pecoraio; ma sì, anche di lui,
               se la cosa non toccasse il nostro onore, che s’abbassa
               fino ad essere indegno di te. Se mai d’ora in poi

               gli aprirai questi rurali chiavistelli
               o mai gli stringerai il corpo nei tuoi abbracci,
               io ti preparerò una morte crudele almeno quanto
               tu sei tenera per essa.

                                                                                                           Esce.



              PERDITA
                               Anche se perduta,
               non ho avuto molta paura, anzi una o due volte
               stavo quasi per parlare, e dirgli francamente,
               che lo stesso sole che illumina la sua corte

               non storce il viso dalla nostra capanna, ma
               a tutti splende uguale. Volete, prego, andarvene, signore?
               Vi avevo detto come sarebbe finita: vi prego,

               occupatevi del vostro stato: questo mio sogno...
               ora che sono sveglia, non sarò più regina un solo istante,                   47
               ma mungerò le mie pecore e piangerò.



              CAMILLO
                               Allora, padre!
               Di’ qualcosa prima di morire.



              PASTORE
                               Non posso parlare, né pensare,

               né oso sapere quel che so. O, signore!
               Avete distrutto un uomo di ottantatré anni,
               che pensava di scendere in pace nella tomba; sì,

               di morire nel letto in cui morì mio padre,
               e giacere vicino alle sue oneste ossa: ma ora
               un boia mi metterà il sudario e deporrà
               in terra sconsacrata. O disgraziata,
               tu sapevi che questo era il principe, ma t’arrischiasti

               con lui a scambiar promessa! Rovinato sono! Rovinato!
               Se di morire adesso mi è concesso, sarò vissuto
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