Page 695 - Shakespeare - Vol. 4
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Ti prego, fallo.
FLORIZEL
No, non deve.
PASTORE
Fallo figliolo: non avrà da lamentarsi
al conoscere la tua scelta.
FLORIZEL
Andiamo, andiamo, non deve.
Pensate al nostro contratto.
POLISSENE
Pensate al vostro divorzio, giovane signore,
(Scoprendosi)
che non m’azzardo a chiamare figlio; sei troppo infame
perch’io ti riconosca: tu l’erede di uno scettro,
che sospiri per il bastone contorto del pecoraio! E tu, vecchio traditore,
mi spiace che impiccandoti t’accorcio la vita
solo di una settimana. E tu poi, fresco esemplare
di consumata stregoneria, che per forza dovevi conoscere
il regale idiota con cui hai a che fare, ...
PASTORE
Oh, il mio cuore!
POLISSENE
Farò scorticare sui rovi la tua bellezza e ti farò
più scadente del tuo stato. Quanto a te, giovane stupido,
se mai vengo a sapere che solo anche sospiri
perché non rivedrai più questa cosuccia (poiché voglio
che mai la riveda), noi ti escluderemo dalla successione;
non ti considereremo del nostro sangue, no, neppure un parente
più lontano di Deucalione: ricorda le mie parole!
Seguici a corte. Tu zoticone, per questa volta,
anche se hai meritato il nostro sdegno, t’affranchiamo