Page 660 - Shakespeare - Vol. 4
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ricco soltanto del suo onore: come risplende
in mezzo alla mia ruggine! E come la sua pietà
fa più fosche le mie azioni!
(Entra Paolina.)
PAOLINA
Giorno funesto!
Tagliate questi lacci sì che il cuore, spezzandoli,
non scoppi!
UN NOBILE
Cosa vi succede nobile signora?
PAOLINA
Quali raffinati tormenti mi riservi, tiranno?
Ruote? Cavalletti? Roghi? O scorticare? O bollire?
In piombo fuso o nell’olio? Quale vecchia o nuova tortura
m’aspetta, se ogni mia parola merita
d’assaggiare il peggio di te? La tua tirannia,
insieme ai tuoi gelosi furori
(fantasie troppo scialbe per i ragazzini, troppo immature e inutili
per ragazzine di nove anni), oh, considera quello che han fatto,
e poi diventa matto per davvero: pazzo furioso! Perché tutte
le tue passate stramberie eran solo antipasti.
Che tu tradissi Polissene, era un nonnulla;
che ti ha dimostrato, te stolto, un incostante
e un ingrato d’inferno: e neppure era gran cosa
che tu abbia voluto avvelenare l’onore del buon Camillo,
facendogli uccidere un re; 30 peccatucci,
di fronte alle mostruosità in riserva: tra le quali
l’abbandonare ai corvi una figlia neonata
reputo poco o nulla; benché anche un diavolo
avrebbe versato acqua dagli occhi di bragia, prima di farlo:
né è direttamente a te imputabile la morte
del giovane principe, i cui nobili pensieri
(alti pensieri in uno così giovane) spezzarono il cuore
che poté pensare che un volgare e sciocco re