Page 662 - Shakespeare - Vol. 4
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alla mia impulsività di donna. È toccato
nel profondo del suo nobile cuore. Per male passato
e senza rimedio, è inutile disperarsi. Non affliggetevi
per le mie invocazioni; vi prego, piuttosto
fatemi punire per avervi ricordato
quello che dovreste dimenticare. Ora, mio buon signore,
sire, regale sire, perdonate una stupida donna:
l’amore che portavo alla vostra regina − ahi! Sciocca, di nuovo!
Non parlerò più di lei, né dei vostri figli;
non vi ricorderò neppure il mio signore
(che pure è perduto): siate paziente,
e non dirò più nulla.
LEONTE
Tu hai parlato molto bene
quando più hai detto la verità: che io ricevo molto meglio
che esser compatito da te. Ti prego, accompagnami
dai corpi senza vita della mia regina e del principe:
avranno la stessa tomba: su essa
sarà scolpita la causa della morte,
a nostra eterna vergogna. Una volta al giorno visiterò
la cappella dove giaceranno, e le lacrime là versate
saranno il mio unico svago. Finché la natura
consentirà questo esercizio, io faccio voto
di praticarlo ogni giorno. Vieni, su, e conducimi
a questi dolori.
Escono.
Scena III EN
Entra Antigono (con la) bimba (e) un Marinaio.
ANTIGONO
Tu sei sicuro, perciò, che la nostra nave ha toccato
i deserti di Boemia? 31
MARINAIO