Page 665 - Shakespeare - Vol. 4
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PASTORE
Vorrei che non ci fosse l’età tra i dieci e i ventitré anni, o che la gioventù la
passasse tutta a dormire; perché non c’è niente in mezzo se non mettere
incinte le ragazze, far soprusi agli anziani, rubare e picchiarsi. − Senti un po’
qui, adesso! Chi altri se non questi cervelli in ebollizione di diciannove e
ventidue andrebbe a caccia con questo tempo? Mi hanno fatto scappare due
delle mie pecore più belle e ho paura che le troverà prima il lupo del
padrone: e se mai le trovo da qualche parte, sarà vicino al mare che brucano
l’edera. (Vedendo la neonata) Che la fortuna mi assista, se Dio vuole, e
questo cos’è? Misericordia, un bambino! Un bel bambino anche! Maschietto o
femminuccia, mi domando? Molto bellino, proprio bellino. Sicuramente,
qualche scappatella: io non so leggere, però qui leggo scappatella di qualche
dama di compagnia. Questo è un lavoro da sottoscala, o da cassapanca, o da
dietro la porta: in ogni caso chi l’ha fatto stava più al caldo della povera
cosina qui. La prendo per pietà: però aspetterò che arrivi mio figlio; ora ora
mi ha dato la voce. Uh-uh-ah!
Entra il contadino.
CONTADINO
Ollah-lah-lah!
PASTORE
Ma come, eri già qui? Se vuoi veder qualcosa da raccontare anche quando
sarai morto e marcio, vieni qui. Ma che cos’hai, figliolo?
CONTADINO
Ne ho già viste due di cose così, una per mare e una per terra! Ma non posso
neanche dir mare, perché adesso è cielo: e tra di esso e il firmamento non
c’infileresti nemmeno la punta d’uno spillo.
PASTORE
Perbacco, ragazzo, che è stato?
CONTADINO
Vorrei vedeste come infuria, si alza e s’abbatte sulla spiaggia! Ma c’è
dell’altro. O, le urla strazianti di quei poveri diavoli! Ora li vedevo, ora non li
vedevo più: ora la nave sbuzzava la luna coll’albero maestro, ed ora