Page 670 - Shakespeare - Vol. 4
P. 670
CAMILLO
Sire, non vedo il principe da tre giorni. Non mi è noto quali più allegre
faccende lo tengano occupato, ma ho notato (dalle sue assenze) che s’è
molto appartato dalla corte di recente, ed è meno assiduo ai suoi compiti
principeschi di quanto dimostrava in precedenza.
POLISSENE
Me ne sono accorto anch’io, Camillo, e ne sono preoccupato; tanto che ho
fatto sorvegliare le sue assenze, e son venuto a sapere che di rado
s’allontana dalla casa di un umilissimo pastore; un uomo, si dice, che dal
nulla assoluto, e oltre la
comprensione dei suoi vicini, è arrivato a indescrivibile ricchezza.
CAMILLO
Ho sentito, sire, di quest’uomo, che ha una figlia della più rara bellezza, e la
cui fama s’è estesa ben al di là di quanto si possa concepire per una che ha
origine in una capanna.
POLISSENE
Così pure mi dicono i miei informatori: ma ho paura che sia questa l’esca che
tira verso lì il nostro figliolo. Tu ci accompagnerai sul posto, dove (senza
rivelare chi siamo) avremo un abboccamento col pastore, dalla cui semplicità
non penso sia difficile scoprire la causa delle visite di mio figlio. Ti prego,
accompagnami in quest’affare, e metti da parte i pensieri della Sicilia.
CAMILLO
Volentieri obbedisco ai vostri comandi.
POLISSENE
Ottimo Camillo! Dobbiamo travestirci.
Escono.
Scena III EN
Entra Autolico, cantando. 36
Quando la giunchiglia è in fiore,