Page 672 - Shakespeare - Vol. 4
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CONTADINO

          Vediamo un po’: undici montoni fanno una balla di lana; una balla rende una
          sterlina e rotti scellini: mille e cinquecento tosature, quanta lana danno?



              AUTOLICO
          (a parte)
          Se il cappio tiene, il galletto è mio.



              CONTADINO

          Non so farlo senza le pallotte. Vediamo; cosa devo comprare per la nostra
          festa della tosatura? Tre libbre di zucchero, cinque libbre di sultanina, riso −
          che se ne farà mia sorella del riso? Ma mio padre l’ha nominata signora della
          festa e lei vuol far le cose per benino. Mi ha preparato ventiquattro mazzolini
          per  i  tosatori,  tutti  capaci  di  cantare  a  tre  voci,  ed  anche  molto  bravi;  ma

          quasi tutti tenori e bassi tranne un puritano in mezzo a loro, che canta i salmi
          con  la  cornamusa.       37   Devo  trovare  lo  zafferano  per  colorare  le  focacce  di
          pera; la cannella; i datteri, no − non sono sulla lista; noci moscate: sette;

          una radice o due di zenzero, ma questo me lo faccio regalare; quattro libre di
          prugne, e altrettante di uva passa.



              AUTOLICO
          Non fossi mai nato!
                                                                                      (Torcendosi al suolo)



              CONTADINO
          In nome di me stesso!



              AUTOLICO
          Oh,  aiutatemi,  aiutatemi!  Strappatemi  via  questi  stracci,  e  poi,  la  morte

          venga, la morte!


              CONTADINO

          Ohimè, pover’anima! Tu hai bisogno di più stracci addosso, non di toglierti
          codesti.



              AUTOLICO
          O  signore,  la  loro  schifezza  m’offende  di  più  delle  botte  che  ho  preso,  che
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