Page 674 - Shakespeare - Vol. 4
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CONTADINO

          Ti servon soldi? Posso dartene un po’.



              AUTOLICO
          No, buon signor mio dolce; no, vi scongiuro, signore: ho un parente a non più
          di tre quarti di miglio da qui; stavo appunto andando da lui: là avrò denaro e
          qualsiasi cosa di cui abbia bisogno: non offritemi denaro, vi prego; è una cosa

          che mi spezza il cuore.



              CONTADINO
          Che tipo era quello che vi ha derubato?



              AUTOLICO
          Un tipo, signore, che ho già visto andare in giro col gioco delle palle:                         39  so
          che una volta è stato al servizio del principe: non saprei dirvi, buon signore,
          per  quale  delle  sue  virtù,  ma  è  certo  che  fu  mandato  via  a  frustate  dalla

          corte.


              CONTADINO

          Quale  dei  suoi  vizi,  volevate  dire;  perché  nessuna  virtù  vien  cacciata  a
          frustate dalla corte: anzi, fan di tutto per tenersela lì; eppure lei non ci resta
          mai tanto.



              AUTOLICO
          Vizi, appunto, volevo dire, signore. Conosco bene quest’uomo; dopo d’allora

          ha lavorato con le scimmie ammaestrate, poi ha fatto l’usciere di tribunale (il
          balivo),  poi  si  comprò  e  portò  in  giro  i  burattini  del  Figliol  Prodigo,  quindi
          sposò la moglie di uno stagnino a meno d’un miglio da dove io ci ho casa e
          proprietà; e così, dopo d’esser svolazzato da un lavoro bricconesco all’altro,

          ora s’è specializzato in furfante e basta. Certuni lo chiamano Autolico.


              CONTADINO

          Peste  lo  colga!  Un  furfante,  sicuro,  un  furfante:  imperversa  alle  sagre,  alle
          fiere e ai combattimenti degli orsi.



              AUTOLICO
          Verissimo, signore, è lui, signore, è lui: ecco il delinquente che mi ha messo
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