Page 677 - Shakespeare - Vol. 4
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non è abituata a temere): anche ora io tremo
a pensare che vostro padre potrebbe, per un caso,
passare di qui, come successe a voi: o fati!
Come s’aggrotterebbe nel vedere l’opera sua, così alta,
messa in così vile copertina! Che direbbe? Ed io,
come potrei, in queste vesti posticce, sostenere
la sua severa presenza?
FLORIZEL
Prova
soltanto allegria. Gli stessi dei,
umiliando all’amore la loro divinità, assunsero
forme di animali: Giove
si fece toro, e muggì; il verde Nettuno
caprone, e belò; e il dio rivestito di fuoco,
l’aureo Apollo, povero umile pastore,
come io appaio adesso. Le loro metamorfosi
mai avvennero per una bellezza più rara,
o in modo così casto, poiché il mio desiderio
non corre avanti al mio onore, né la mia passione
brucia più forte della mia fedeltà.
PERDITA
O, ma signore,
il vostro proposito non potrà durare quando sarà,
come sarà per forza, avversato dalla potenza del re:
allora solo una di due necessità
potrà parlare, che voi cambiate idea
o io la vita.
FLORIZEL
Tu, Perdita carissima,
con questi strani pensieri, ti prego, non sciupare
l’allegria della festa. O sarò tuo, mia cara,
o non di mio padre. Perché non posso esser
di me stesso, né niente per nessuno, se
non son tuo. A questo resterò costante
anche se il destino dica di no. Allegra, mia cara,