Page 642 - Shakespeare - Vol. 4
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PAOLINA

               Non abbiate paura: sul mio onore,
               starò tra voi e il rischio.
                                                                                                        Escono.




                                                    Scena III         EN


                                                       (Leonte solo.)



              LEONTE
               Né di notte, né di giorno, non ho riposo: è debolezza
               prendersela tanto: debolezza e nient’altro.
               Se la causa non fosse in vita, − parte di essa,

               lei l’adultera: poiché il re seduttore
               è ben al di là del mio braccio, oltre la mira
               e la portata della mia mente: sicuro da complotti: ma lei
               posso averla in pugno: mettiamo che scompaia,

               distrutta dal fuoco, una metà del mio sonno
               forse ritornerebbe. (Entra un servitore.) Chi va là?



              SERVITORE
                               Mio signore!



              LEONTE
               Come sta il ragazzo?



              SERVITORE
                               Ha riposato bene questa notte;
               si spera che la malattia sia finita.




              LEONTE
               Quanta nobiltà
               di fronte al disonore di sua madre!
               Subito è sfiorito, e crollato, ha sofferto profondamente,
               si è presa e legata la vergogna dell’atto su se stesso,

               ha perso la vivacità, l’appetito, il sonno,
               è crollato in un languore. Lasciami solo: va,
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