Page 429 - Shakespeare - Vol. 4
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Come, la mia prole?
BELARIO
Come lo siete voi di vostro padre.
Io, il vecchio Morgan, sono quel Belario
che voi un tempo bandiste. Il vostro
compiacimento fu l’intera mia colpa,
la mia punizione e il mio tradimento.
Ciò che ho sofferto è tutto il male
che ho fatto. Questi nobili principi (poiché
tali sono) per vent’anni li ho istruiti:
se conoscono arte, da me l’hanno appresa.
Vostra Altezza sa qual era la mia educazione.
La loro nutrice, Eurifile, rapì i bambini
quando venni esiliato: perciò la sposai.
E fui io a spingerla a tal gesto, avendo ricevuto
in anticipo la punizione per quanto avrei fatto
in seguito. L’essere bistrattato per la mia lealtà
m’indusse al tradimento. Più era causa di dolore
per voi la loro perdita, più tutto questo si confaceva
allo scopo per cui li avevo rapiti. Ma, grazioso
signore, rieccovi i vostri due figli: io perdo due
dei più dolci compagni del mondo. La benedizione
dei cieli che ci sovrastano scenda sui loro capi
come rugiada, giacché sono degni d’intarsiarne
la volta di stelle.
CIMBELINO
Tu parli e intanto piangi.
I servigi che voi tre avete compiuto
sono più incredibili di ciò che racconti.
Avevo perso i miei figli: se sono costoro,
non potrei augurarmene di più degni.
BELARIO
Pazientate ancora. Questo gentiluomo,
che chiamo Polidoro, nobilissimo
principe in quanto vostro, altri non è