Page 414 - Shakespeare - Vol. 4
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Vostra figlia, che sembrava portare in palmo
di mano, tanto sincero era l’amore che le mostrava,
era ai suoi occhi uno scorpione: l’ha confessato.
Se non fosse fuggita, si proponeva di avvelenarla.
CIMBELINO
Oh, sofisticato demonio! Chi mai può leggere
dentro una donna? C’è dell’altro?
CORNELIO
Dell’altro, sire, e di peggio. Ha ammesso
di avere in serbo per voi una pozione mortale
che, una volta presa, vi avrebbe carpito la vita
istante dopo istante, consumandovi lentamente.
Nel frattempo intendeva sopraffarvi con le sue veglie,
i suoi pianti, le sue cure e i suoi baci, tanto da spingervi,
plagiato dalle sue arti, ad accettare suo figlio
come erede al trono. Fallito però il suo piano
per l’inspiegabile assenza del figlio, in preda a
svergognata afflizione ha rivelato (a dispetto
di uomini e dèi) i suoi intenti, rimpiangendo
che il male a lungo covato non abbia sortito
i suoi effetti. Tanto da morirne disperata.
CIMBELINO
È ciò che avete udito anche voi, sue donne?
DAME
Sì, col permesso di Vostra Altezza.
CIMBELINO
Colpa non ebbero i miei occhi,
poiché era splendida; né le mie orecchie
nel porgere ascolto alle sue lusinghe;
né il cuore mio, che la credeva simile al suo aspetto.
Sarebbe stata una colpa non darle fiducia.
Eppure, figlia mia, potresti dirlo tu